Missione Bambini: Madre Celestina Bottego, esploratrice
Era il 20 dicembre del 1895, quando nacque Celestina. Aveva un cognome importante: "Bottego". Suo zio era il grande esploratore dell'Africa e lei, per via diverse, è diventata una grande esploratrice del mondo con le sue missionarie.
Celestina era nata negli Stati Uniti, come la sorella Maria, due anni più grande di lei. Il papà scrive alla mamma Mary: "Spero che esse cresceranno bene, così da poter trovare felicità nella vita. La loro felicità sicuramente dipende da ciò che la loro mamma ha insegnato loro prima di nascere, anche se una persona può imparare molto dell'educazione. Sii serena e contenta".
Le parole di papà Gianbattista risuonano più tardi in una testimonianza di Celestina: "Ho sempre considerato una grazia aver vissuto vicino alla mamma. Era un carattere forte e dolce insieme; aveva un grande cuore e un profondo senso dell'umorismo. Con me parlava anche di cose molto serie, leggevamo libri in inglese e mi insegnava a memoria le poesie che le piacevano di più".
Nel 1910 la famiglia di Celestina arriva in Italia e si stabilisce a San Lazzaro, alla periferia di Parma. Si mette a studiare e - cosa strana per quel tempo! - e gioca a pallone con il fratello Vittorio. Purtroppo la mamma muore, e lei s'impegna in tante cose: studia, fa dei corsi con la Croce Rossa...
Nel 1936 Celestina va in India a trovare la sorella Maria, che si è fatta suora e lavora laggiù. Scrive le sue impressioni sul lavoro delle missionarie, la miseria che ha visto, le visite ai villaggi portando medicine e aiutando i bambini. Di fronte ai bambini si commuove, li sente figli suoi. Il mondo è entrato nel suo cuore.
Aveva conosciuto il vescovo Guido Conforti e ne era rimasta affascinata. Finché un giorno, nel 1944, ispirata dal saveriano p. Giacomo Spagnolo, capisce che deve iniziare una nuova famiglia missionaria: le missionarie di Maria, le saveriane. Pian piano le manda in tutto il mondo e le va a visitare. Attraverso loro, si sente vicina a tutti i popoli del mondo: sono la sua nuova famiglia!
Amava e seguiva le sue missionarie, come una vera "mamma". In una lettera alle saveriane del maggio 1969 scrive: "Ho qui molte vostre lettere che mi tengono in stretta unione con ciascuna di voi e mi tengono aggiornata su tutte le attività... A Maggio c'è la festa della mamma. Io festeggerò tutte le vostre mamme chiedendo per loro le consolazioni che ogni mamma desidera, cioè che i propri figli riescano ad affermarsi nella vita, secondo la loro vocazione, che sappiano portare un poco di luce, gioia e verità, onorando la propria famiglia ovunque sono chiamati a vivere".
Le piaceva molto comunicare con le sue missionarie; con loro si sentiva missionaria.
Camminava con loro, con loro accarezzava i bambini, rideva con gli anziani, incoraggiava i giovani e soprattutto faceva conoscere a tutti quel Gesù a cui aveva dato "tutto" della sua vita.