Missionari uccisi per il vangelo, Venticinque lampade
Quest’anno, la veglia per i missionari martiri è stata organizzata in collaborazione con il seminario, che nell’ultima domenica di ogni mese invita i giovani a pregare davanti a Gesù Eucaristia. Da lui viene la forza per ogni testimonianza missionaria: quella del dono di sé nel martirio e in ogni momento della vita.
Abbiamo pregato per le missioni, per la pace, per il seminario e le vocazioni. Abbiamo anche ricordato p. Ottorino Maule, che in questa chiesa, una volta dell’istituto saveriano, ha celebrato tante volte la Messa, prima di offrire la testimonianza del sangue a Buyengero in Burundi, il 30 settembre 1995.
La palma e il mappamondo
Vento freddo e umido, ora legale e domenica ecologica... non hanno impedito a 200 persone di riempire la chiesa del centro pastorale per ricordare, nell’adorazione eucaristica, i 24 missionari uccisi per il vangelo nel 2006. A un lato dell’altare una palma, simbolo del martirio; dall’altro lato un mappamondo.
Sull’altare, vicino al Santissimo, cinque lampade rappresentavano i tanti uomini e donne di famiglia che, con la propria vita, hanno testimoniato il Signore e i cui nomi solo lui conosce. Altre 25 lampade sono state poste ai piedi dell’altare, durante l’appello dei 24 missionari martiri: India, Burundi, Nuova Guinea, Brasile, Italia… veramente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione. Ultimo aggiunto, p. Martin Addai, ghanese dei missionari d’Africa, rettore del seminario a Nairobi, dove è stato ucciso il 10 marzo scorso.
Gesù chiede per donare
Mons. Lucio Cilia, rettore del seminario patriarcale, ha commentato il vangelo: "Tanti simboli belli, ma tutti sono in riferimento al grande simbolo che è al centro: il Pane eucaristico, che è realtà viva, come l’acqua che Gesù offre alla Samaritana e a noi". Due pensieri mi hanno colpito in modo particolare.
Il primo: "Salendo dalla Giudea alla Galilea, Gesù avrebbe potuto evitare la Samaria, ma doveva passarci per portare la salvezza alla Samaritana e a tanti abitanti di Sichem che lo hanno accolto. Così i missionari devono andare in tutte le nazioni del globo, perché a tutti arrivi l’annuncio della salvezza di Gesù. Anche noi dobbiamo essere missionari e annunciare, nella nostra situazione e con la nostra vita, che solo Gesù ci salva".
Il secondo: "Era verso mezzogiorno e Gesù chiese da bere. Anche sul Calvario, pressoché alla stessa ora, Gesù chiese da bere, ma è stato proprio lui a offrire a noi una sorgente di sangue e acqua, scaturita dal suo cuore. È il suo Spirito, che dona la forza di testimoniare Cristo fino al martirio".
L’acqua del battesimo non resti stagnante in noi. Vivificata dallo Spirito, porti frutti in ogni stagione della nostra vita.