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Missionari da tutto il mondo

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Giornata di preghiera per le vocazioni

Uno dei segni che una chiesa è abbastanza matura per cominciare a camminare con le sue gambe è quando questa ha abbastanza preti per far fronte alle necessità delle comunità cristiane. Non si tratta solo di avere i parroci o i cappellani… Ci vogliono anche gli insegnanti dei seminari, i formatori del clero e dei laici e quegli altri servizi che tutti conosciamo.

Chi svende e chi acquista

Anche quest’anno la giornata mondiale delle vocazioni viene per invitarci a pregare e a riflettere sul bisogno che la chiesa ha di giovani, ragazzi e ragazze, e anche di adulti, che mettano in conto un servizio alla chiesa locale anche come preti e come religiosi e religiose. Si direbbe che questo tipo di scelte vada scomparendo nel nostro mondo occidentale; mentre nelle nuove chiese, in particolare d’Africa, queste scelte sono abbastanza comuni. Una delle realtà che più impressionano chi si reca in Africa è vedere i seminari e i noviziati pieni di vocazioni. E mentre nelle nostre diocesi si vendono i grandi seminari del passato per restringersi in abitazioni proporzionate al numero ridotto di vocazioni, in Africa i seminari e le case di formazione devono essere ampliate. Sembra di rivivere la situazione dei seminari negli anni ’50 dalle nostre parti.

Anche nel seminario nazionale di Gitega, in Burundi, dove mi trovo per un semestre di insegnamento in teologia, il numero di seminaristi è impressionante. Nel secondo anno di teologia, sono 45. Insieme i seminaristi sono più di 160. Il massimo possibile, tanto che il prossimo anno si dovrebbe dividere il seminario in due. La cosa non è facile, se si pensa che, per farlo, bisognerà raddoppiare gli insegnanti e la biblioteca.

Vocazioni da verificare

Avere molte vocazioni è certamente una grazia, ma è anche una grande sfida. Proprio perché sono molti coloro che si presentano in seminario e nei noviziati, si deve fare un discernimento serio e responsabile sulla verità della vocazione. Non sempre e non subito le motivazioni sono autentiche; non sempre si cerca il servizio della comunità.

In paesi dove gli sbocchi sociali non sono molti, è facile che un ragazzo o una ragazza cerchino nella chiesa e nella sua organizzazione quella promozione umana che altrove non troverebbe. Il che non significa che non ci sia vera vocazione, ma essa deve essere verificata e comunque consolidata evangelicamente. Questo mette in evidenza un altro impegno delle giovani chiese: avere preti, religiosi e religiose ben preparati per essere formatori delle giovani vocazioni.

Le vocazioni rinnovano la famiglia saveriana

Vivendo in seminario a contatto con i giovani candidati al sacerdozio, ho la sensazione che Dio non abbandona la sua chiesa. Le vocazioni ci sono e sono buone. E quando sono motivate, si aprono anche alla missione ad gentes. Noi saveriani, in quasi tutte le nazioni dove lavoriamo per i non cristiani, abbiamo aperto alcune strutture per formare coloro che chiedono di partecipare alla missione ad gentes affidata alla nostra famiglia dalla chiesa. Già abbiamo saveriani originari dell’Africa che lavorano in Africa, in un paese diverso dal proprio, oppure in Asia o in America latina. Nello stesso modo ci sono già saveriani brasiliani e messicani impegnati nella missione in Africa e in Asia; come ci sono saveriani asiatici, indonesiani e bengalesi, che si sono recati ad evangelizzare in terre diverse dalla loro patria.

Non è questo il segno di una chiesa universale e di una missione aperta al mondo intero, veramente cattolica? Non dobbiamo auto compiacerci di queste realtà che non sono frutto delle nostre capacità, ma dono dello Spirito. Egli vuole che la sua chiesa sia fornita di tutti i doni e mezzi necessari alla sua missione. Ma dobbiamo ringraziare il Signore che in questo modo, proprio attraverso la missione, rinnova la nostra famiglia saveriana.

Dice il Papa nel messaggio per la giornata della vocazioni: “Vivendo il vangelo senza sconti, il cristiano diventa sempre più capace di amare come Cristo ama e si mette al servizio dell’evangelizzazione per proclamare e testimoniare la stupenda verità dell’amore salvifico di Dio” (n. 3).



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