Misericordia e giustizia
Si parla tanto di misericordia, e la giustizia? Non c’è il pericolo di dimenticarla e di diventare troppo “morbidi”? Stefania, Vicenza
Cara Stefania,
mi piace risponderti citando la Misericordiae Vultus (n. 20 in poi). Gesù non nega la giustizia, ma essa deve sempre, in ogni caso, tendere alla misericordia, che va oltre la legge e fa di tutto per salvare chi, per vari motivi, si è “perduto” o allontanato.
Questo, umanamente parlando, è scandaloso; noi vorremmo punire severamente e basta, escludendo tanti (disagiati, carcerati, anziani, profughi, “scartati” ecc.). Peccato che, quasi sempre, colpiamo solo i più deboli e non i più “potenti”. Dio invece privilegia non tanto i giusti, chi se lo merita, chi è “bravo”, ma chi più è minacciato, lontano, “perduto”, “a rischio”. Non è così in famiglia? I genitori cosa non fanno per recuperare proprio quel figlio “in pericolo”, che ha seri problemi, e i suoi fratelli questo lo comprendono, non si sentono abbandonati (Lc 15,32).
Appellarsi alla pura giustizia (“punitiva”) non basta e causa la sua distruzione, ci rende crudeli e disumani. Va superata con la misericordia e il perdono. S. Agostino diceva: “È più facile che Dio trattenga l’ira più che la misericordia”. Dio, per fortuna, non è come noi e fa di tutto per accogliere e salvare! Il Giubileo ci sprona a cambiare modo di pensare e agire.
Ho notato che usate poco la parola “sacerdoti” e molto di più quella di “presbiteri”. Perché? Luca, Isernia
Caro Luca,
molti preferiscono usare di più la parola “presbiteri” perché “sacerdoti”, per la verità, sono tutti i battezzati, che, uniti a Gesù sacerdote (Ebrei 5,6; 6,17.21) offrono ogni giorno se stessi, la propria vita, in opere di amore e solidarietà. Questo è il vero culto “spirituale” che Dio gradisce. La chiesa è tutta quanta sacerdotale e corresponsabile della vita di tutti.
Nelle prime comunità cristiane (1Tm 5,17) c’erano gli anziani (presbiteri), vescovi, diaconi. Anche oggi i presbiteri le presiedono e, insieme ai battezzati, le fanno crescere. La chiesa è di tutti i battezzati, pur essendoci però servizi e responsabilità differenti. Usare “presbiteri” più che “sacerdoti” può forse favorire una visione di chiesa più conciliare, dove tutti i battezzati (e non solo una parte) partecipano attivamente e si sentono corresponsabili. Ci si guadagna tutti: la chiesa, la missione, il Regno di Dio.