Skip to main content

Luca Attanasio, ambasciatore di pace

Condividi su

Che cos’è rimasto dell’Ambasciatore Luca Attanasio a due anni dalla morte? “Coraggio, umiltà, spirito di solidarietà, preparazione, amore e passione”. A dare questa risposta sono stati 622 giovani del Liceo “Carlo Porta” di Erba (CO) che martedì 14 febbraio si sono riuniti nel nome dell’ambasciatore di pace.

Salvatore Attanasio, papà di Luca ha presentato la figura del figlio dicendo che “noi che siamo nati nella parte fortunata del mondo abbiamo il dovere morale di aiutare chi soffre. Luca ha scelto come slogan dell’Associazione ‘Mama Sophia’, da lui fondata insieme alla moglie, “Ridisegniamo il mondo, perché un altro mondo è possibile”. L’immagine che porto con me sono gli occhi di papà Salvatore che, mentre parla del figlio, si illuminano, si inumidiscono. Un figlio che ha scelto con coraggio la carriera diplomatica per servire l’Italia ed è morto in Congo RD, per amore di un popolo che non conosceva, ma di cui ha condiviso fino in fondo il destino.

Salvatore ha ripercorso le tappe della vita di Luca: dalle scuole medie alla vita in oratorio, dalle superiori fino alla Bocconi. Il 14 febbraio di tanti anni fa, a Casablanca, ha conosciuto Zakia che è divenuta sua moglie. Con lei il sogno di un mondo di pace ha assunto energia nuova. Hanno scelto di stabilirsi a Kinshasa, con le loro tre bambine. Salvatore ha concluso: “Ragazzi, il mio messaggio per voi è di credere nei vostri sogni”.

tav Baioni Kabeza Attanasi 02Pierre Kabeza, attivista per i diritti dell’uomo in Congo ha ricordato la grande umanità di Luca. Per lui ogni uomo era un fratello. Pierre ci racconta due episodi emblematici: il primo riguarda l’Ambasciata di Kinshasa. All’esterno c’era una scritta: “Chiedere il visto per l’Italia non è un diritto”. Appena diventato Ambasciatore, Luca l’ha fatta cancellare. Un secondo episodio riguarda l’auto diplomatica nel traffico della capitale di 16 milioni di abitanti. Luca vede un ragazzo di strada per terra. Ferma il veicolo, lo carica e lo conduce all’ospedale. La gente stupita si chiede: “Com’è possibile che un Ambasciatore faccia questo mentre noi ogni giorno vediamo i ragazzi di strada e passiamo oltre?”.

Il resto dell’incontro è stato affidato alle risonanze dei ragazzi che, uscendo dal cinema, cantavano il mondo sognato da Luca Attanasio per cui “Tutti, siamo una cosa sola”. Un grazie sincero a Paolo che ha coordinato il tutto e a Giusy Baioni che ha moderato magistralmente l’incontro.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2520.78 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Agosto/settembre 2019

Nuova sede per Vangelo e Zen

La vita è un susseguirsi di cose che finiscono e di nuove che cominciano. "La stella del mattino - cammino nel dialogo Vangelo e Zen" ha ottenuto u...
Edizione di Maggio 2004

La nostra libreria missionaria

Si ama ciò che si conosce Nella nostra comunità ci sono vari libri. Non sono libri di filosofia, di alta teologia, di studi profondi sulla psicolo...
Edizione di Ottobre 2020

La missione a 360 gradi…

Padre Giuseppe Rinaldi è presente nella comunità saveriana di Alzano Lombardo da parecchi anni. Originario di Bergamo, parrocchia di Sant’Anna, dov...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito