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Loro ci insegnano a sperare

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Stralci di lettere dalla missione

Giovanna e Paolo Volta, i due coniugi del laicato saveriano, scrivono dalla missione in Africa.

Siamo a Goma. Stiamo cominciando ad entrare in questa realtà del centro Africa: Paolo con il suo lavoro di medico; io attraverso i contatti con la gente. Ci vorranno anni, ma il nostro desiderio più forte è di essere segno di comunione con questo popolo congolese.

Missionari con Dio

La sofferenza qui è grande, la fatica di vivere è tanta, ogni giorno. Eppure Janvier non ha perso la speranza di poter tornare a scuola, Emanuel di potersi curare dalla malattia ... Loro ci insegnano a sperare, ad andare oltre le difficoltà, a credere che un mondo migliore è possibile. Ci sembra molto importante, come sempre, un rapporto costante con il Signore.

Lo sentiamo vicino e al nostro fianco, ma rischiamo di essere sommersi dalle tante cose da fare. Soprattutto, rischiamo di considerare noi stessi, con le nostre attività e i nostri impegni, come se fossimo noi gli artefici della missione,  scordandoci di essere solo "i servi inutili", come ci dice Gesù nel vangelo.

Penna e carta

Il rapporto con la gente del nostro quartiere sta iniziando ad essere più vivo, in particolare con i bambini che al pomeriggio, quando siamo a casa, entrano dal nostro cancello. Con gioia, ma con molto rispetto, si siedono sui gradini della nostra casa, rimangono in silenzio e si guardano intorno: Dunia, Bakongo, Emanuel sono i loro nomi. Sono i bambini più poveri che non vanno a scuola.

Sto insegnando loro a scrivere. Da alcuni giorni arrivano con i loro vestitini trasandati; i loro occhi esprimono però una grande gioia perché hanno una penna e un foglio di carta su cui scrivere le lettere dell'alfabeto.

Grazie a voi, donne

Pian piano stiamo entrando nella vita della gente di Goma. È ancora una conoscenza superficiale, ma quello che vediamo ci aiuta a riflettere. La vita di tanta gente è davvero al limite. La mancanza dell' acqua rimane la povertà più grande. Le mamme e i bambini iniziano la loro giornata incamminandosi verso i luoghi dove sono i rubinetti d'acqua. Si incontrano sulla strada, portando grandi taniche gialle sulla testa.

Le mamme sono davvero la grande forza di questo popolo. Ai bordi della strada, camminano con enormi pesi sulla schiena: caschi di banane, sacchi di carbone, fascine di legna. A passo lento ma sicuro, vanno verso i mercati a vendere le loro cose. Grazie a voi mamme! Non avete perso il coraggio di continuare a vivere, di mandare avanti le vostre famiglie, neppure al limite della sopravvivenza.

Il Signore è più vicino

Sentiamo che l'essere qui è per noi un dono grande. Il contatto con questa povertà, ma anche con il coraggio e la dignità del popolo congolese, ci aiuta a ritrovare il valore di tante cose che spesso in Italia si dimenticano. Faremo tesoro di questo tempo. Qui il Signore ci sembra più vicino. Incoraggia noi e questo popolo ad avere più fiducia in lui, nel suo messaggio di salvezza, che è davvero per tutti.



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