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A Marina di Massa il primo raduno italiano

Il nome "Lilliput", come gli omini di Jonathan Swift che ingabbiano Gulliver in una rete. Stavolta il gigante da immobilizzare è il capitalismo selvaggio, le biotecnologie, il mondo della finanza che indebita i più deboli. Lilliput, non violenta per statuto, si richiama a Gandhi.

Mille persone, tra semplici cittadini, membri di associazioni, gruppi cattolici e laici di base, provenienti da tutt’Italia hanno partecipato al primo incontro nazionale della "Rete di Lilluput" a Marina di Massa. La nascente "rete organica fatta di volti" è un nuovo soggetto sociale che "nel momento in cui le leggi del profitto pretendono di dominare ogni ambito del vivere umano" – si legge nel documento finale – rivendica "il diritto di riappropriarsi della facoltà di decidere sul nostro futuro e di essere parte integrante di una nuova forma di cittadinanza sociale che ha avuto una sua prima manifestazione a Seattle".

La rete di Lilliput, che ha cominciato a tessere i primi fili poco più di un anno fa, è in assoluto il primo esperimento europeo di un coordinamento trasversale di questo genere.

Lanciata ma non diretta da un gruppo di promotori tra i quali il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Mani Tese, Missione Oggi, WWF, Campagna Sdebitarsi, Nigrizia, Campagna Chiama l’Africa e CTM-Altromercato, la strategia lillipuzziana si fonda sulla convinzione che gli effetti distorti della globalizzazione possono essere combattuti da ogni cittadino o piccolo gruppo che – messo in rete con gli altri lillipuzziani – faccia resistenza localmente e contemporaneamente attraverso metodologie non violente come il boicottaggio di marche e prodotti, la controinformazione, la denuncia, ma soprattutto cambiando il proprio stile di vita.

Il primo incontro nazionale si è concluso con la stesura di un documento finale in cui i partecipanti hanno dichiarato l'impegno a "costruire un’alternativa basata sulla sobrietà, la riduzione dell’impatto ecologico e sociale dei propri consumi, l’esaltazione dell’economia locale anche attraverso la costruzione di filiere produttive alternative, ed il riconoscimento che i bisogni fondamentali sono diritti da garantire a tutti gli abitanti del pianeta".

Molte le azioni e le campagne di controinformazione che riempiranno l’agenda 2001 dei lillipuzziani tra cui spicca l’appuntamento per il prossimo vertice G8 che si terrà a Genova.



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