Skip to main content

Lettere da: Timor Est, Camerun, Sierra Leone

Condividi su

Dalle suore indonesiane a Timor Est

Con questa mia intendo ringraziare tutti coloro che ci hanno voluto aiutare con la loro generosità; lo faccio a nome delle Canossiane che operano a Timor Est e dei nostri amati fratelli poveri, tra i quali lavoriamo. Mi ero ripromessa di scrivervi subito, ma fino a questo momento non sono riuscita a farlo. Mio desiderio era scrivervi uno ad uno conforme lo Spirito mi ispirava, ma visto che se faccio così non troverò mai il tempo, ora vi scrivo una lettera comune. Il grazie ha lo stesso valore, non è vero?

Qui abbiamo scuole e ci dedichiamo alla promozione della gioventù, in particolare della donna. Abbiamo tre dispensari per gli ammalati. Viviamo praticamente di provvidenza. Nella distruzione del settembre ’99, quattro nostre Case sono state bruciate, due collegi da poco terminati sono pure stati bruciati e saccheggiati. Inoltre abbiamo perso due carissime nostre suore, suor Erminia e suor Celeste, brutalmente trucidate con altre sette persone mentre ritornavano dal portare cibo agli affamati. Le vostre offerte ci sono state di grande aiuto.

Ora tre Case sono già in funzione e un collegio pure, e tanti poveri ne beneficiano. La situazione attuale in Timor Est per la povera gente non è delle migliori. Hanno la libertà, ma non hanno lavoro, la sanità lascia molto a desiderare. La speranza di un domani migliore è l’unica forza che spinge avanti. Carissimi benefattori, ricordateci nelle vostre preghiere.

Suor Gabriella, Timor Est.


Progetto "Casa Aperta" in Cameroun

Da qualche tempo rifletto su tutto quello che è avvenuto e che abbiamo fatto assieme a voi in Brasile e in Africa. A distanza di tempo possiamo raccogliere buoni frutti: possiamo già vedere alcuni nostri allievi diventati bravi professionisti, ora impegnati nel lavoro sociale - cristiano e addirittura educatori nelle nostre Case.

È molto bello: è un dono di Dio e una grande soddisfazione per noi tutti! Con molta emozione ricordo i primi passi fatti all’inizio, sempre in vostra compagnia: vorrei poter parlare personalmente con ognuno di voi, scambiare le idee, potervi ascoltare: un giorno spero di poterlo fare. Desidero rinnovare il mio grazie a tutti voi che ci avete seguito in questi anni e dirvi quanto è stato importante formare questa catena di solidarietà. Senza la vostra collaborazione non sarebbe stato possibile realizzare quella che oggi è una attività educativa che coinvolge migliaia di ragazzi e che continuerà a svilupparsi anche con forza propria. La protezione e l’educazione dei più piccoli abbandonati è la principale delle mie preoccupazioni. Così pure la formazione di giovani educatori che saranno la base per il futuro del loro Paese.

La presenza del Signore nella solidarietà, nella fraternità, nel servizio, diviene visibile, contagiante, si espande nel quartiere e, anche i non credenti, vedono la luce dell’amore. L’evangelizzazione, attraverso l’azione, è assai più rapida ed efficace! Cari amici, noi sentiamo che voi fate parte di questa presenza di servizio e di amore ai più piccoli che rende presente il Signore tra gli uomini.

Continuiamo a camminare così, seguendo il Signore, certi che è l’unico cammino valido e sicuro per la costruzione di un nuovo mondo secondo il pensiero di Dio! Riceviamo tante testimonianze del vostro impegno attraverso le vostre lettere che ci confortano a non cedere: grazie! Che il Signore sia presente nelle vostre famiglie e vi doni la vera gioia del donare!

  • p.Giorgio Gagliani, Cameroun.

A 83 anni p.Rabito scorrazza in moto per i boschi

Ti vedo ancora, come fosse adesso, a scuola, nei primi banchi. Ed è bello sentirsi ancora vicini, ora che ho raggiunto gli 83 anni! Tu spazi per il mondo con i tuoi articoli, mentre io qui, in questa tormentata Sierra Leone cerco di fare qualcosa in favore di questa cara terra dove ho consumato la mia vita. Su "Missionari Saveriani" ho visto che hai pubblicato la mia foto in sella alla moto che mi è stata regalata dai tuoi lettori. Leggo la didascalia: "Padre Giuseppe sembra trovarsi a suo agio". La promessa ad vitam l’abbiamo pronunciata negli anni della nostra giovinezza. Ti do una bella notizia: tra breve tempo sembra che si possa tornare nelle nostre missioni del nord. Infatti oggi (24 settembre) inizia il disarmo dei ribelli proprio a Makeni.

Colgo l’occasione di questo scambio fraterno per ringraziare ancora una volta i numerosi amici che hanno collaborato per procurarmi la moto. Ho ricevuto i nominativi dei vari benefattori, ma temo che, dato lo stato di guerriglia, difficilmente le mie lettere arriveranno a destinazione. A loro il mio ringraziamento e la mia preghiera.

  • p.Giuseppe Rabito, Sierra Leone.

La psicosi sì è contagiosa!

Chiedo scusa, ma visto i tempi che corrono (lettere alla farina, gesso, terrorismo, ecc.), voi mi capite, sarà bene che non mi inviate più materiale cartaceo di qualunque specie esso possa essere, così si riuscirà a limitare lo stress quotidiano. In compenso, però, siccome viviamo in era digitale, vi mando la mia posta elettronica e su questa potrete mandarmi tutto ciò che risulta necessario e utile nella diffusione delle vostre notizie sulle missioni. Come si dice a mali estremi, estremi rimedi. Ho un buon antivirus per cui potete spedire anche allegati. Sicuro della vostra comprensione sentitamente ringrazio. Distinti saluti.

  • prof.Bruno e prof.Giacomina – AP

Ma c’è anche chi non ha paura

Sono una vostra lettrice, mi affascina e incuriosisce sapere le vostre notizie. Vi ammiro molto e vi ringrazio per quanto fate nel mondo. Credo che il vostro giornale debba essere letto da più persone per far conoscere quanto fate; per questo sarei grata se poteste inviare le vostre notizie anche ai seguenti indirizzi …..

  • Giovanna, Soresina.

Risponde p. Ettore

Non avrei mai pensato che l’antrace, oltre che i centri di potere degli USA, avrebbe colpito anche il mio modesto giornale. Ed invece eccoli qua, due emeriti professori di Ascoli Picaeno – cari amici, del resto – che si sono chiusi nel loro inaccessibile bunker, per difendersi dall’invasione cartacea, portatrice di pericolosissimi virus. La psicosi dilaga. Attenzione, però: perché con il tempo anche i più vigorosi antivirus potrebbero non essere sufficienti a salvare i programmi dei nostri computer.

E allora che facciamo? Ci chiudiamo nel nostro piccolo mondo?

Per fortuna ci sono persone come Giovanna che con fiducia guardano al futuro, con occhi freschi e che sanno vedere al di là d’una realtà che pare diventare sempre più opprimente; e che non esitano a trovare nuovi lettori per la nostra produzione cartacea. O come p.Giuseppe che in Sierra Leone, a cavallo della moto da voi procuratagli, si dimentica di avere 83 anni, e si lancia sui sentieri scivolosi dei boschi, dove tra l’altro fischiano le pallottole, per andare a dire ai fratelli che Dio è ancora tra noi, e ci ama.

Il mondo ha più che mai bisogno di questi testimoni.

p. Ettore, sx.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 5153.04 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Luglio/agosto 2009

L’inizio dell’avventura, La missione in Sierra Leone

Quando un figlio parte, per la famiglia e per il giovane missionario è un grande sacrificio. Ma nel profondo del cuore essi provano pace e gioia, p...
Edizione di Aprile 2015

Appuntamento dai saveriani

Domenica 10 maggio è previsto il 1° incontro degli ex-alunni saveriani delle Marche. Tutto ha inizio alle ore 11, con un breve incontro tra ricordi...
Edizione di Giugno/luglio 2013

Non c’è la crisi del settimo anno, Dialogo Cristiani - musulmani

Jaweria Ashraf, autrice dell'articolo, è figlia del leader che coordina gli incontri dei pakistani nella casa dei saveriani a Desio ed è molto atti...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito