Lettera dalla Sierra Leone: Una sfida avvincente
Padre Piero Lazzarini è un saveriano di Torre Boldone (BG). Dopo un lungo periodo di silenzio, torna a scrivere a tutti i lettori di “Missionari Saveriani”
Cari amici, so bene che dedico sempre meno tempo alla corrispondenza e agli amici. Non è per cattiva volontà o per pigrizia, ma per le sfavorevoli condizioni interne della Sierra Leone, che non favoriscono le comunicazioni di ogni genere e questo causa a noi missionari notevoli frustrazioni. Chiedo scusa e cerco comunque di riprendere un contatto, un incontro con voi tutti, anche se breve.
La prima cosa che vi devo comunicare è che da più di un anno ho lasciato la missione di Cambia, dove avevo trascorso gli ultimi tre anni. Ora sono nella cittadina di Makeni, nella sede centrale dei missionari saveriani che lavorano in Sierra Leone.
Un “sì” detto a fatica
Non è stata una mia scelta. All'improvviso mi è arrivata la richiesta di lasciare la parrocchia e di trasferirmi a Makeni per iniziare il compito di animatore e direttore delle vocazioni missionarie saveriane. Mi sono detto: “Alla mia età, devo fare un lavoro che non ho mai fatto!”. Mi è costato molto lasciare la missione. Ho dovuto fare un grande atto di fede nel Signore. Ma presto ho scoperto la bellezza e la ricchezza di questo nuovo impegno e ora sono sinceramente grato a Dio.
I primi frutti sono sei giovani che hanno iniziato, nello scorso mese di ottobre, il primo anno di formazione insieme a quattro studenti dei religiosi giuseppini. Si stanno preparando allo studio della filosofia. Inoltre, mantengo contatti regolari con una trentina tra giovani e ragazzi delle scuole secondarie. Li accompagno in un cammino di discernimento vocazionale.
Non sono energie sprecate
Mentre svolgo questa nuova attività, non ho abbandonato il lavoro pastorale e missionario. Sono impegnato nella parrocchia saveriana dedicata al beato Guido Conforti, qui nella città di Makeni, e seguo altre due comunità fuori città. All'occorrenza, sono disposto a fare qualche puntata anche nei villaggi più lontani.
Forse qualcuno pensa che, con questo impegno per le vocazioni, vengono sottratte energie preziose al vero lavoro missionario. Superficialmente può sembrare così. Io, però, sono convinto che in questo modo stiamo aiutando la chiesa locale, fondata dai saveriani nel 1950, a diventare una chiesa missionaria . Questo è l'apice, la vetta di tutto il nostro lavoro missionario. Non è una sfida bella e avvincente?
Ne ringrazio la Provvidenza. Vi ricordo e vi tengo sempre con me nella preghiera.