Legàmi, giovani in comunione
È possibile per un giovane vivere la missione a Como? Il gruppo Legàmi propone ai giovani della città la formula delle prime comunità cristiane: il Vangelo vissuto nella vita comune e nell’incontro-amicizia con gli impoveriti della città.
Casa Legàmi si trova nell’ex-canonica della parrocchia S. Brigida di Camerlata, messa a disposizione di 9 giovani (3 donne e 6 uomini) dal parroco don Giusto Della Valle. Tutti i martedì sera c’è “il giro”. I giovani si ritrovano per un primo momento di ascolto della parola di Dio e poi si parte per i quattro angoli della città alla ricerca degli amici di Gesù: i poveri.
Dopo aver trascorso 2 ore in fraternità con loro, si ritorna a casa e si condivide. Ognuno racconta ciò che ha vissuto. Parola e vita, Cristo e i poveri, annuncio e relazione. Questo è il binomio Legàmi. Alla porta di casa c’è una lavagna con scritto sopra: Fecondità, libertà, amore, apertura.
Partecipo a Legàmi da due anni e lì trovo arricchimento per la mia vita. Per me la parola che sintetizza al meglio questa esperienza è comunione. “Da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). L’amore che genera comunione. Sentirsi parte del grande progetto di Dio di coinvolgere gli ultimi, andare verso le pecore perdute per creare una relazione di amicizia.
All’inizio, quando si parte da casa per andare all’oratorio di Rebbio piuttosto che alla chiesa del Crocifisso o a san Rocco si ha un certo timore. “Mi accoglieranno? Sarò all’altezza dell’incontro? Cosa si aspettano le persone da me?”. Ma quando si torna, il cuore è pieno di gioia. Non sempre gli incontri vanno bene, ma sempre il Signore ci regala una promessa, un incontro.
I giovani di Legàmi non portano nulla ai poveri. Il loro incontro è possibile grazie all’opera di Caritas che si occupa delle necessità materiali. I giovani vanno a mani vuote e a “cuore pieno”. Ciò permette loro di mettere al centro della relazione l’amicizia. Ecco alcune testimonianze: “Andare verso il prossimo è andare oltre il sé. Questo “sé” ci mangia, ci rosicchia piano piano. Il desiderio di fare il bene è una cosa buona ma andare verso l’altro per andare oltre il sé è la novità cristiana. Andare oltre il sé aiuta alla comunione. Permette l’incontro con il sé dell’altro”.
“Stasera siamo andati alla Casa dei popoli e ci siamo seduti a tavola. Anche l’Eucarestia si fa a tavola. Al centro c’è la relazione. C’è qualcosa di importante da mangiare: la comunione, l’amicizia”.
Filippo, un giovane partito per il Kenya condivide la sua esperienza: “Legàmi è la scintilla che ha iniziato l’inquietudine. Mi ha permesso di cambiare lo sguardo sulle mie amicizie e sul passato vissuto coi miei amici. Continuerò a fare il giro in Africa”.
Ed è così che, calpestando l’asfalto delle vie cittadine o sedendosi negli angoli della città murata, la corsa del Vangelo continua, portata dalle mani dei giovani che sotto lo sguardo di don Roberto Malgesini, nell’incontro coi poveri, cercano il senso della loro vita, imparando ad amare.