La vita è ricca di sorprese
Il 21 aprile 2021 ero andato a rinnovare la patente nella Commissione per diabetici. Visto il “carteggio” mi dissero che non potevano confermarmela perché la mia vista - effetto di 11 sessioni di laser per emorragie retinali - era solo frontale.
Al momento, mi era parso fossero crollati tutti i miei piani e programmi abituali. Ma subito ho reagito e mi sono detto: “Inizia una nuova fase della tua vita… assumila!”. Mi chiesero se ero accompagnato. Risposi con calma che ero venuto da solo e che sarei tornato a casa con l’auto da solo. Non obiettarono. E così ho fatto.
Quando comunicai la notizia a p. Tomaso Frigo, mi chiese come stavo reagendo. Ricordo di avergli detto: “La realtà è questa! Se mi arrabbio, chi ci perde sono io. Se l’accetto ho maggiori possibilità di adattarmi ed aprirmi a un nuovo stile di partecipazione pastorale”.
Un presbitero al quale ho raccontato questa mia nuova situazione, mi ha ‘incoraggiato’ dicendomi che un prete senza patente è un prete a metà. Non concordavo proprio con questo suo… “complimento”. Sono venute meno sì le visite che annualmente facevo ai familiari ed altri viaggi che la vita pastorale mi richiedeva, ma in compenso mi sto arricchendo molto di più ora con nuove conoscenze con autisti/e che vengono a prendermi o riportarmi a casa, con i quali si instaura subito un dialogo aperto e caloroso sulla loro vita e quella delle loro comunità. Spostandomi da solo non ho mai avuto queste possibilità.
Sono proprio veri i detti: “Tutto concorre per il bene per quelli che amano Dio” e che “anche da un male Dio può ricavare un bene”. Ringrazio quindi Dio per queste nuove opportunità che mi ha permesso di sperimentare in questi due anni e mezzo senza… patente.