Alcuni protagonisti dell’esperienza di missione
Alen: "ho vinto la solitudine"
Alen ci scrive prima di partire per l'Amazzonia. "Ho 32 anni e fino a qualche mese fa non avevo preso in considerazione l'idea di fare un'esperienza missionaria. Tuttavia, seppur circondato da amici, percepivo dentro di me un senso di solitudine. Così mi sono messo alla ricerca di risposte e ho capito che non è mai troppo tardi per partire. Il senso di solitudine ha lasciato il posto al calore e a una gioia che prima non provavo. Questa presa di coscienza mi ha portato al desiderio di partire.
Durante il corso di preparazione ho scoperto la volontà di ascoltare le persone e tutto ciò che accade attorno a me. Se voglio migliorare la società, devo iniziare a cambiare me stesso; solo così potrò influenzare anche la vita delle persone che mi sono vicine, innescando una meravigliosa reazione a catena".
Giacomo: "ho aperto il cuore"
Ed ecco cosa dice Giacomo. "Tra poco si parte. Il corso di preparazione è terminato. Ringrazio tutti coloro che vi hanno partecipato impegnandosi a fondo e ringrazio anche tutti gli animatori che ci hanno guidato.
Grazie a questo corso, non solo si stacca il biglietto di partenza, ma si aprono gli occhi, il cuore e l'anima per vivere un'esperienza missionaria al 100 %. Ho la consapevolezza che tutto quello che noi porteremo là non basterà mai a compensare quello che porteremo a casa. Vi saluterò l'Amazzonia".
Davide: "dopo 7 anni ci torno"
Ed ecco il racconto di Davide Tosin. "Torno in Congo - Brazzaville, dove ero stato sette anni fa, nella missione di padre Rufin. Avevo poco più che vent'anni ed ero partito nell'ambito dell'esperienza di Insieme per la missione, per andare alla scoperta dell'Africa. Da allora la casa dei saveriani di Vicenza è rimasta per me un punto di riferimento e mi ha sempre accolto.
La mia visita in Congo anche questa volta durerà solo un mese. È un desiderio nuovo, che non avevo mai provato dopo esserci stato la prima volta: avevo semplicemente scelto che potevo essere missionario anche qui a casa mia. I contatti con la missione del Congo li ho sempre mantenuti e, insieme ad altre persone, ci siamo spesso impegnati per finanziare questa piccola realtà in mezzo alla foresta africana.
Sono convinto che la fede chieda non tanto di fare dei passi avanti, ma di lasciarci condurre. Tornerò ancora una volta non per fare, ma per vivere la missione, per confrontarmi con padre Rufin sulla missione.
E a tutti auguro: "Scopritevi missionari!".