La Via Crucis al Parco della mondialità
Si è tenuta mercoledì 23 marzo, presso il Parco della Mondialità a Gallico, la via Crucis zonale con la partecipazione delle parrocchie della Vallata del Gallico. Tempo di Quaresima e di ripensamenti individuali e collettivi sui pensieri, sui comportamenti e sulla fede che in questi ultimi tempi, con le molteplici sfide che si presentano, sembra stia perdendo di efficacia a favore di un male poliedrico che sconvolge la comunità umana.
Alcuni brani dell'Evangelii Gaudium di papa Francesco hanno offerto temi di riflessione sull'impegno pastorale e sulla necessità di contestualizzarlo nella realtà in cui si vive, compito che spetta non solo ai presbiteri e ai missionari, ma anche a ogni uomo e donna che si riconosce nel messaggio di Cristo. La riflessione nelle quattordici stazioni, a cura di tutte le comunità partecipanti, è stata uno stimolo a non lasciarsi abbattere dai momenti bui della vita, ma a rivolgere lo sguardo oltre la croce, verso la luce della Resurrezione, facendo di Cristo il fulcro della nostra vita. Sono stati ricordati i numerosi martiri della fede in ogni parte della terra, vittime di sentimenti di odio, intolleranza e violenza, perpetrati in nome di radicali interessi individuali e totalitaristici. Svolgevano il loro compito nelle periferie umane, luoghi di dolore e di cadute, a favore dell’inclusione sociale dei poveri, della pace, della giustizia e del dialogo sociale. Principi che, come ha ribadito il vicario zonale don Simone Gatto, ci richiamano alla nostra responsabilità di evangelizzatori e rendono il contributo umano davvero funzionale al cammino di salvezza che Dio, attraverso Cristo, ha predisposto per i suoi figli.
Il viale della Resurrezione si è trasformato per alcune ore in luogo di incontro di persone e di condivisione, di un'intensa esperienza di preghiera e di meditazione comunitaria. Vi hanno preso parte il santuario Madonna della Grazia, le parrocchie di San Nicola di Bari, San Biagio, S. Maria di Porto Salvo di Gallico, S. Dionigi e santuario San Francesco di Paola di Catona, San Giuseppe, Concessa, Rosalì, Laganadi, Calanna, Arghillà, Salice, Sambatello, Diminniti, San Giovanni e Podargoni. È stato anche questo un modo di aprire le chiese, di non crogiolarsi dentro mura protettive, ma di confrontarsi e comunicare la propria fede in spirito di fratellanza, solidarietà, collaborazione e speranza.