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La terra: Coloro che promuovono la pace

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Stavamo celebrando l'Eucaristia all'aperto, sul colle delle beatitudini, di fronte al mare di Galilea: "Beati coloro che promuovono la pace, perché saranno chiamati figli di Dio". Sono sfrecciati due "bufali", le fortezze aeree israeliane, dirette "al fronte" del Libano meridionale.

Sembra proprio che da queste parti la guerra sia di casa. Dio stesso è conteso dalle tre grandi religioni monoteiste.

Ognuna, almeno dalle frange estremiste dell'ebraismo, dell'islam e del cristianesimo, lo vuole tutto per sé, e non mancano appigli scritturistici per avallare la pretesa.

Israeliani: Jahwe ci ha dato la terra

Giosuè, il comandante della conquista di Gerico e della Palestina, nel suo ultimo discorso mette in risalto chi fu il vero condottiero di quella guerra: "Fu Jahwe, vostro Dio, che combatté per voi" (Gs 23, 3). Fu quindi... una "guerra santa"! Jahwe diede quella terra ai santi patriarchi: su questa certezza l'Israele di oggi, trova le energie per rintuzzare ogni tipo di attacco alla sua fede e sovranità.

Possiamo ricordare la caduta di Masada (73 d.C.), fortezza giudaica costruita sulle sponde del mar Morto da Erode il grande. Per tre anni, 960 zeloti resistettero ai romani di Vespasiano e di Tito, che già nell'anno 70 avevano preso e distrutto la città santa Gerusalemme. Quando i soldati romani riuscirono a entrare nella fortezza, trovarono un cimitero di 960 cadaveri.

Gli assediati si erano uccisi tutti. "Abbiamo ricevuto da Dio - avrebbe esortato i suoi per l'ultima volta Eleazar Benyair, comandante della fortezza - la grazia di poter morire come uomini liberi, per non divenire schiavi dei nostri nemici. Le nostre donne muoiano senza subire oltraggio; i nostri figli muoiano senza subire la schiavitù! Uccidiamoli e poi uccidiamoci e la libertà sarà il nostro sudario!".

Ancora oggi le reclute dell'esercito israeliano vengono a giurare fedeltà alla nazione: "Mai più piede straniero nella nostra patria!".

Secondo il censimento del 1999, gli ebrei in Israele sono 4.847.000. Quelli insediati nei territori palestinesi (kibbutz)sono 180.000. Totale, 5.027.000.

Islamici: Allah è il grande!

Al posto del tempio di Salomone, oggi campeggia la Moschea di Omar, uno dei maggiori simboli dell'islam, una delle meraviglie del mondo. Non ostante il nazionalismo ebraico, attorno alla grande moschea a Gerusalemme, come nelle miriadi di moschee minori nei territori palestinesi, i minareti si alzano verso il cielo come mani in preghiera. Cinque volte al giorno, i muezzin invitano alla preghiera, con le parole del Corano.

Come l'ebreo osservante, anche il devoto musulmano invoca Dio - Allah è il grande! - per la sua vita, per la sua tranquillità e benessere, per il futuro della sua patria... Anche il musulmano palestinese vuol morire per la patria. E lo fa sul serio, ogni volta che un giovane palestinese si imbottisce di tritolo!

La realtà dell'islam e dei musulmani in Medio Oriente, al pellegrino o al turista, appare molto lontana dall'efficienza, dal benessere e dalla sicurezza politica di Israele. La Bibbia, letta dall'ebreo, vede nei discendenti di Ismael il "figlio di Abramo avuto della schiava Agar" (Gn 16, 15). Il Corano, letto dai seguaci di Maometto, vede la Palestina come la loro terra da sempre.

I musulmani in Palestina oggi sono 3.085.000; 1.113.000 vivono a Gaza; 922.000 sono nello stato di Israele. In totale fanno 5.120.000 abitanti.

Cristiani: meglio essere pellegrini...

Il cristianesimo ha avuto due momenti di "splendore", visibile ancora oggi nelle basiliche e nei luoghi di culto che ricordano il Messia. Il primo, durante l'impero di Costantino, attraverso le iniziative di sua madre sant'Elena (312 d.C.) e in seguito, con i bizantini di Costantinopoli, per chiudersi nell'anno 614 d.C., con l'invasione dell'imperatore persiano Cosroe, che rase al suolo ogni segno cristiano. Il secondo, durante le alterne vicende delle crociate. Ma durò pochi anni, rispetto alla dominazione musulmana.

Senza volerlo, il cristianesimo trovò la sua più significativa presenza e forza proprio in mancanza del potere politico e militare e in forte minoranza numerica. Meglio andare in Terra Santa come pellegrini penitenti che come cavalieri alla ricerca del Santo Graal! Perché i pellegrini testimoniano fede e carità. Vale per tutti, il pellegrinaggio in Terra Santa di san Francesco d'Assisi nel 1220.

Oggi i cristiani (cattolici, ortodossi e protestanti) sono circa 160.000. I cattolici sono poche migliaia. Tra di essi, forse un migliaio sono di origine ebraica.

Sembrerebbe che non sia cambiato molto dai tempi seguenti la passione e morte del Signore. E invece no! Nelle comunità cristiane e nel cuore di tante altre persone di origine musulmana ed ebraica fiorisce la beatitudine: "Beati coloro che promuovono la pace, perché saranno chiamati figli di Dio!".



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