Skip to main content

La speranza per tanti poveri

Condividi su

Arrivo dalla prigione dove abbiamo celebrato la santa Messa. È un dono grande annunciare - raccontare Gesù, sempre e dappertutto. È gioia sentire in noi la sua presenza e la sua Parola originaria scorrere nel nostro sangue, nel sangue di ogni uomo e donna, qualunque sia la situazione che sta vivendo.

Dio è “Papà” sempre; siamo tutti suoi figli. E parlare della storia di Gesù, della sua condanna, della sua morte accanto a due altri condannati… e la sua presenza di Risorto, ora e qui tra noi, è una grazia grande.

La generosità di tante persone

immagine_articolo

Ci ritroviamo nel nuovo padiglione del centro sanitario “Muungano”. Mi hanno chiesto di celebrare la Messa e di benedire i locali. Penso a quanti hanno aiutato e ci stanno aiutando a rinnovare il centro, gravemente danneggiato dall’eruzione del vulcano del 2002.

Siamo contenti: è un segno di speranza per tanti poveri.

Sentiamo il bisogno e l’impegno di cercare i fondi per poterlo terminare: Muro di cinta per riparare l’edificio dalle grandi piogge, sala per curare le malattie infettive, il reparto maternità… sono i lavori più urgenti.

Intanto il centro funziona con le visite a domicilio, le cure ai malati e soprattutto ai bambini che soffrono di malnutrizione. Siamo nel centro della città: non basta l’ospedaletto per i bambini, costruito dopo l’eruzione vulcanica a Ndosho, a circa 4 chilometri di distanza.

Nel pomeriggio incontriamo il gruppo di gestione “Muungano”, nella prospettiva di fare la “Onlus” (associazione senza scopo di lucro). È un cammino importante per poter dare all’associazione più autonomia e maggiore responsabilità.

La loro proposta ci sembra un segno di maturità, con la possibilità di un consiglio di amministrazione in grado di assicurare l’orientamento di apertura ai più poveri e di garantire l’efficacia e la continuità delle attività iniziate da tanti anni. Si lavora sul terreno della diocesi e per questo bisogna trattare il progetto con l’autorità competente.

La città è cambiata, da 35.000 abitanti negli anni Ottanta ora conta più di un milione di abitanti. Le attività, prima legate alle comunità ecclesiali di base, oggi sono un servizio alla società. Sembra opportuno collocarsi in questa nuova prospettiva.

Mi sono chiesto: “Come vivevi tu…?”

Bombe… combattimenti nelle vicinanze, nei villaggi di Mutaho e Kanyarucinya, con ricadute sulla città. Centotrenta sono le vittime, militari. Ascoltiamo le varie radio locali e internazionali.

C’è incertezza… ma la vita riprende presto come da abitudine. Preghiamo insieme per i soldati morti, tutti sono “vittime” di una guerra assurda.

Prego. Stasera mi sono chiesto: “Come vivevi, tu Gesù, gli attacchi degli zeloti per liberare Israele dai romani, o dai re che si chinavano al loro volere? La tua risposta è stata annunciare il Regno dei cieli, seminare un lievito di vita che libera gli uomini da ogni schiavitù, sempre amati dal padre e figli chiamati non solo alla dignità ma ad amare, a essere fratelli superando disuguaglianze, ingiustizie, odio”.

Ho visto Gesù nel suo limite umano. Lui non è stato teologo, sociologo, politico, moralista o altro. Ha messo un seme. Comprendo meglio come non si possa pregare Gesù senza il Padre, senza lo Spirito Santo che ha effuso con la sua Resurrezione nel cuore dei suoi amici. “Lui vi condurrà alla verità tutta intera”. Il germe che ha messo si sviluppa con lo Spirito, come amore vivo e creatore che sgorga dal suo cuore di cui il Padre è la fonte e inonda in modo diverso il cuore di tutti gli uomini e donne di tutti i tempi.

Un amore che orienta a costruire libertà, dignità, fraternità nel rigagnolo della concretezza socio-politica che costruisce la società.

Anche la missione mi appare con chiarezza come l’opera che continua a gettare il seme del Regno, senza pretese… Solo lo Spirito porterà la comunità alla verità tutta intera attraverso il popolo di Dio.

Salutiamo i saveriani e i bambini

Vado a salutare i confratelli saveriani, tranquilli e forti nella missione loro affidata alla periferia della città. Hanno dato la prima accoglienza a migliaia di sfollati. Nel pomeriggio sentiamo forte l’ombra oscura del regime ruandese vicino, si teme la loro reazione ai fatti che stanno avvenendo.

Tante ipotesi e pensieri… Tutto può succedere, attraverso i sentieri sul confine a nord di Goma. Conosciamo quelle strade per avere riparato negli anni precedenti le condutture dell’acqua per i villaggi ruandesi, nella speranza che la distribuzione potesse avvenire anche nei nostri villaggi collocati a ridosso del confine.

Qualcuno ci invita a partire da Goma al più presto. Ma la gente non ne tiene conto: non c’è odio nel loro impegno e nella loro lotta, ma il desiderio di liberare il loro territorio. Ancora colpi di cannone… Ma la città vive come d’abitudine, manifestando una vitalità incredibile.

Ho incontrato i ragazzi di “don Bosco”, accolti nella struttura vicina. “Ti rendo lode o Padre perché hai nascosto queste cose ai grandi e le hai rivelate ai piccoli”. Sono ragazzi e ragazze con traumi evidenti, legati alla situazione che hanno vissuto in famiglia o sulla strada.

Viaggio di ritorno… in famiglia

Verso Kigali… lentezze alla dogana, poi si aprono le porte. La natura è stupenda. Un amico ci parla del clima oscuro del regime, di atti di forza verso giovani sfollati, mandati controvoglia a combattere nei quadri dell’M23. Parla sottovoce guardandosi intorno...

In serata la notizia del coprifuoco a Goma: sono chiusi i negozi e la gente sfila per le strade. La tensione è alta in città. Più tardi una nuova telefonata ci dà il via libera…

Venerdì 19 luglio, siamo a Istanbul. Siamo impressionati positivamente dall’ambiente, dalla gente, soprattutto fratelli e sorelle musulmani, dal servizio prestato a tanti disabili.

Siamo davvero tutti figli di Dio. Ci sembra di intuire l’importanza di questo paese che lega Europa e Medio Oriente.

Nel pomeriggio arriviamo a Bologna… Siamo in famiglia, qui e là!



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2527.52 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Novembre 2013

Testimonianze e racconti brasiliani, Festa missionaria alle Moie

Sono tornato molto volentieri alle Moie, dopo l'ottavario della festa di Santa Maria Madre di Misericordia, all'inizio del mese. Ricordavo con gioi...
Edizione di Dicembre 2005

Buon Natale, dono di speranza

Signore, cambia il freno delle nostre paure in acceleratore della tua speranza! Buon Natale a tutti: parenti, amici, benefattori, simpatizzanti e ...
Edizione di Maggio 2004

L'icona della missione: Per dire la speranza al popolo

Pietro e Giovanni, diversi e insieme LA PAROLA Pietro e Giovanni stavano ancora parlando al popolo, quando giunsero i sacerdoti, il capitano del ...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito