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La speranza di un mondo nuovo

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Quest’anno, arriviamo al tempo del Natale in un clima di conflittualità sociale, d’incertezza ecologica e di confusione sulle prospettive del futuro. La conflittualità sociale è il prolungamento inedito della pandemia, tra chi, seguendo teorie complottiste e incertezze sanitarie, si oppone alla strategia vaccinale adottata in generale. 

L’incertezza ecologica ci viene dal sempre più evidente cambiamento climatico risentito nei suoi effetti disastrosi anche sui nostri territori e dall’incompiutezza nelle risposte dei grandi della terra presenti e assenti alla Conferenza internazionale sul clima tenutasi a Glasgow. La confusione sulle prospettive future ci viene da una molteplice visione sui principi e riferimenti del vivere quotidiano che ci vengono forniti da guru, influencer e opinionisti non sempre in “odore” di verità. Questo tempo, infatti, è caratterizzato da una pluralità di scelte di vita che diventano sempre più numerose, frazionate, diversificate, persino opposte tra loro, per lo più fondate su un approccio sempre più individualista. Il criterio di veridicità rischia di essere assunto da chi ha più mezzi per comunicare la propria visione, da chi grida più forte ovunque, da chi sa affascinare e ammaliare a livello emozionale. 

Persino il credere, nella sua esigenza spirituale attuale, appare sempre più vario, con un approccio sempre più personalizzato nel fai-da-te, nel rifugio in movimenti esoterici, gruppi settari, lasciando a maghi, illusionisti e astrologi, una presunta risposta di certezza proveniente dal mercato della ricerca di senso. Ma ci possiamo chiedere: è mai esistito un tempo in cui sicurezze, certezze e prospettive positive sono state presenti e operative in modo da rispondere alle attese di chi viveva in quel momento? Già San Guido M. Conforti scriveva nel Natale del 1927 che “la società odierna è addivenuta come una platea di combattimento ove turbinano le più violente cupidigie, ove uomini armati gli uni contro gli altri si battono a guisa di maniaci per un poco di fango che si chiama oro, per un poco di fumo che si chiama onore, gloria”. 

Dio stesso, con l’incarnazione, ha accettato l’incognita del suo tempo, l’insicurezza degli eventi, il rischio della fragilità, con la sola prospettiva di rendere noto il suo piano di salvezza. Nella sua onnipotenza, ha dovuto fidarsi dell’umana responsabilità e coscienza di persone come Maria e Giuseppe, che hanno dovuto districarsi nelle problematiche del loro tempo, cercando soluzioni alla loro portata. Certo, lo Spirito di Dio le ha aiutate e loro avevano preso sul serio la prospettiva di Dio. Gesù stesso, dall’inizio del suo apostolato, si è imbattuto nella conflittualità del suo ambiente, condividendo le incertezze alle quali era sottomesso il popolo, scontrandosi con visioni, progetti, prospettive diverse da quelle ispirategli dal Padre. 

Gesù è rimasto fedele al progetto di mondo nuovo, non solo contro le avversità umane, ma anche contro le velleità del tentatore che voleva dividerlo e allontanarlo dal Padre. Rimanendo nell’amore, si è trovato ad attraversare l’incomprensione, l’odio e la morte con la sola fiducia, certezza e prospettiva amorosa nel Padre. È grazie a questa fede che ha ritrovato la vita nuova ed è diventato per noi il riferimento principale per vivere in Dio, con Dio e per Dio. 
Il Natale che celebriamo ogni anno ci ricorda questa fiducia amorosa che Dio nutre per l’umanità, rendendosi vicino, Dio-con-noi, l’Emmanuele, per prenderci per mano con la sua sollecitudine. Vivere con lo stesso suo amore e fiducia in Dio Padre ci aiuterà a nutrire la speranza della possibilità di un mondo nuovo malgrado i segni contrari che constatiamo. Questo è il migliore augurio di un gioioso Natale 2021 a tutti voi.



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