La missione s'impara in famiglia
Spesso i missionari vivono e lavorano tra popolazioni povere e bisognose. Non è raro, inoltre, che queste popolazioni debbano affrontare calamità ed emergenze con mezzi che non sono a loro disposizione. Anche in questo si manifesta la solidarietà cristiana e la forza del vangelo: nell'aiutare chi ha bisogno.
Parlando di "sostegno a progetti", si possono utilizzare vari modi per raccogliere i fondi necessari. Ad esempio, le parrocchie di Santa Maria Goretti, Gazzera, S. Lucia di Trivignano e altre hanno organizzato le "cene missionarie". Il gruppo missionario di Zelarino ha devoluto il ricavato ai malati estremamente poveri che Carlo Volpato, un volontario dell'associazione "Mondo Giusto", assiste nella grande città di Rutshuru, nel nord-est congolese.
Alla "cena missionaria" di Zelarino hanno partecipato grandi e piccini. Tra gli altri, la neonata Matilde con mamma Annalisa e papà Claudio, le sorelle Giulia e Sara e il cuginetto Elia, che due anni fa aveva fatto da Gesù bambino per una fotografia natalizia pubblicata su "Misisonari Saveriani". Con loro c'erano le amiche Gloria, Sara e Manuela africana del Ciad. Tutti insieme hanno composto un bel presepio missionario vivente.
Si tratta di un'eredità che viene da lontano, dalla bisnonna Angela, dal prozio mons. Dino Pistolato, direttore della Caritas, che ogni anno il 5 novembre ci tiene a celebrare con noi la festa del beato Conforti. Insomma, è proprio vero che... la missione s'impara in famiglia!