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La missione del buon samaritano

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Mi chiedono: “Dove sei e cosa fai?”. Io continuo a vivere ad Abaetetuba, città di 100mila abitanti, sul delta del Rio delle Amazzoni. Abaetetuba è una città luminosa e ospitale. Eppure, fino a qualche anno fa era normale che di sera ci fosse un blackout per… lo scarico della droga. Il 30% del pil di Abaetetuba viene dal narcotraffico e dai furti. Durante la stagione delle piogge, non passa giorno senza un bell’acquazzone; durante la stagione secca, non passa ora senza qualche processione...

Tra giustizieri e giustiziati

Qui la mia missione è fare il buon samaritano, cioè raccogliere i caduti. Di solito, sono i tanti malati, con gli ospedali della città adatti solo per il raffreddore e il mal di pancia, e un sistema di pulmini per portare i malati in qualche ospedale di Belém (città di due milioni di abitanti, a due ore di viaggio).

Ci sono poi i drogati, in maggioranza giovani. Anche questi sono molti, perché la rete delle “bocas de fumo” o mini-spacci è spessa. Per chi è caduto e chiede aiuto, cerco un centro di recupero; per gli altri moltiplico le iniziative come cura preventiva; per le vittime, celebro funerali.

Ci sono anche coloro (uomini e donne) che stanno seduti sulla porta di casa, giocando a carte i soldini della “cesta famiglia”, un aiuto che ricevono dal governo per l’educazione dei figli. Cerco di motivarli, creando nuove comunità.

Ci sono poi le donne picchiate dai mariti, ma che tirano su i figli. Con loro prego e condivido la Santa Cena... Ci sono gli uomini alcoolizzati che vogliono redimersi e passano le sere in una sala della parrocchia, raccontandosi.

Ci sono i giustizieri e i giustiziati. Un giorno, un papà è venuto a confessare che non gli importava più la famiglia, la casa, il lavoro; aveva comprato un buon revolver per fare il giustiziere. Gli ho detto che aveva solo bisogno di un bravo psicologo. “Così fosse - mi ha replicato - ne ho già uccisi otto”.

Cristo mi ha insegnato…

Cristo mi ha insegnato che devo farmi prossimo di tutti. Ma - e mi batto il petto - a volte assomiglio a quel prete della parabola e preferisco farmi prossimo al computer per scrivere qualcosa (come sto facendo ora).

Sto diventando molto emotivo: non riesco più ad assistere alle tragedie. Su di me sventolano adesso con nostalgia i fazzoletti di tutti gli addii. Quando tornerò al mio paese - Biancade (TV) - troverò più conoscenti al cimitero che per strada. Questo mi lascerà triste. Allora cerco di rendere eterno ogni istante.

Penso all’universo, se è limitato o infinito; penso al tempo, se è finito o eterno; penso al mistero, mi interrogo sull’esistenza di Dio. E mi rimane solo Cristo come certezza.

Con lui ho stretto un patto quando mi è venuto incontro in Messico nella chiesa di Santiago, a Tlatelolko.

E lo sento vicino, al mio lato, ogni sera, dopo la routine del giorno. Lui mi basta!



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