La missione continua anche dopo il Covid-19
Mentre la pandemia, che ha fatto enormi danni e strappato numerosi affetti, sembra stemperarsi e rientrare, anche noi saveriani di Tavernerio facciamo il bilancio di questa inattesa stagione. Come tanti, abbiamo perduto confratelli e amici. La nostra Casa, e il parco che la circonda, in questi mesi sono rimasti vuoti e silenziosi. Abituati ad aver sempre in casa gruppi di preghiera e riflessione, associazioni o persone in cerca di ascolto e indirizzo per la loro vita spirituale, siamo rimasti spiazzati da questo invisibile virus che ha svuotato la nostra casa facendoci cambiare ritmo e stile di vita.
Quasi tutti noi siamo stati contagiati, forse l’uno dall’altro, forse avendo portato inconsapevolmente il contagio raccolto altrove (a Parma, in occasione dei funerali di un confratello all’inizio di marzo?). Insomma, abbiamo pagato anche noi il nostro tributo al coronavirus. Uno di noi, p. Salvatore Marongiu, è stato ricoverato per una ventina di giorni all’Ospedale di Como, ma alla fine ha vinto la battaglia ed è tornato tra noi… E la nostra comunità si è ricomposta.
Il coronavirus ha fatto saltare molti impegni programmati in casa e fuori. Siamo rimasti per più d’un mese senza le nostre collaboratrici domestiche. A questo, abbiamo ovviato unendo le nostre competenze e capacità. Ne siamo venuti fuori in modo più che soddisfacente. Ora la vita interna della comunità ha ripreso i suoi ritmi di preghiera e di condivisione. Certamente, non avere impegni esterni ci fa sentire un po’ sbilanciati, ma non ha tolto a noi la ragione per cui siamo qui a Tavernerio: essere segno di una missionarietà che continua e che, appena possibile, vogliamo ancora condividere con chiunque viene a cercare spazi e indicazioni per la sua vita. Il lavoro ministeriale (celebrazioni nelle parrocchie, ospitalità e conferenze) riduce le risorse per la nostra vita quotidiana, ma la Provvidenza ci aiuterà. Intanto vogliamo assicurarvi che la missione continua anche dopo il coronavirus.