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La missione chiama: Siamo fratelli, o siamo perduti

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Ho incontrato Giampy e Marcella. Irradiano gioia. Hanno cinque figli e altri accolti in famiglia. Il dono di sé, la sobrietà e l'amore sono la regola della loro casa-famiglia. Sono una pagina viva del vangelo di Gesù. Tutto è cominciato da un viaggio in India, tra i più poveri delle città.

Ma abbiamo davanti agli occhi la vita del mondo con i problemi dei nostri giorni, di tanta gente che incontriamo nei centri commerciali, per le strade, o semplicemente i nostri vicini di casa.

Spesso notiamo il sonno della mediocrità e una convivenza fiacca e frammentata, che genera una società senza volto.

Eppure, "è giunto a voi il regno di Dio". Non è un sogno vago né un programma astratto, ma una realtà già cominciata, resa visibile nella persona di Gesù. Con lui e in lui, ci sono persone e famiglie come Giampy e Marcella, o come il gruppo dei malati di Aids che ho incontrato a Goma (in Congo): nell'incertezza totale della loro situazione, testimoniano la fiducia in Dio, Padre buono.

Sono l'espressione di un popolo nuovo, presente nei vari angoli della terra. È la Pasqua del Signore che continua tra la sua gente: il Risorto che "passa" e dona il progetto di vita per ciascuno di noi e per l'umanità. È il progetto di Dio in cui si manifesta il senso della nostra vita, la risposta all'attesa di pace e di consolazione, nascosta in ciascuno di noi. Egli ci vuole bene; vuole aiutarci a "realizzarci" fino a portarci alla gioia piena.

La nostra società ha bisogno, oggi come mai, di conoscere le parole del vangelo e lasciarsi trasformare da esse, in Italia, in Cina e nel resto del mondo. "Il vangelo - scrive il beato Conforti - ha prodotto (e produce) la più grande e salutare rivoluzione nella società, creando un mondo nuovo". Gesù deve poter ancora ripetere: "Chi vuole essere il primo tra voi sia il servo di tutti; voi siete tutti fratelli perché uno solo è il Padre vostro; perdonate e vi sarà perdonato; amate i vostri nemici; dite la verità; amatevi come io ho amato voi...". È il suo progetto di vita donato a noi!

Gesù ha lavato i piedi ai suoi discepoli, chiedendo loro di fare altrettanto. È il segno profetico di ciò che egli è: dono totale per gli altri, a completo servizio dell'uomo. Questo si realizza nell'Eucarestia: presenza, forza, vocazione al dono di sé e alla comunione.

L'apertura missionaria caratterizza la comunità di Gesù. È presente in tutti i vangeli: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura". Il suo progetto è una vita nuova per la comunità dei popoli, per la famiglia umana che vive nella casa comune: la terra. "Non viviamo gli uni accanto agli altri per caso: stiamo tutti percorrendo uno stesso cammino come uomini e quindi come fratelli e sorelle", afferma papa Ratzinger.

Le proposte di Gesù creano pace attraverso percorsi di verità e riconciliazione; propongono miseri-cordia, cioè intima condivisione del dolore dei sofferenti, dei disprezzati. Costa molto ma, come emerge dalla parabola del figlio prodigo, libera e sana. Rinnovano l'economia portando la comunità al bene-essere piuttosto che alla ricchezza, che oltre un certo limite vede calare l'indice della felicità; orientano alla fraternità, cioè al superamento dell'inimicizia e della mediocrità.

Il problema chiave dell'umanità di oggi, "costretta" alla mondialità, è allargare il noi fino a riconoscere nell'altro un alter ego, cioè un fratello umano. Dobbiamo essere fratelli, altrimenti siamo perduti. Tutto questo nella concretezza, sapendo che il mistero della croce non è del tutto compiuto. Manca ancora il nostro sì, la nostra completa partecipazione al mistero pasquale del Signore.



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