Bello il volontariato, belli i viaggi d'estate nelle missioni. Bellissimo il "sì" di Maria - 24 ore su 24 - quando il sì diventa dono permanente di vita: è la consacrazione, ossia l'appartenenza totale a Dio. In questa luce vedo il cammino della missione come itineranza della chiesa nel mondo.

"Avrete forza dallo Spirito Santo... Mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra". Abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini di Sydney: "L'umanità ferita ha bisogno di voi. Portate al mondo i doni dello Spirito". È il messaggio che il papa ha affidato ai giovani.

Con l'ottobre missionario siamo tutti convocati. Obiettivi: annunciare il vangelo, pregare, sacrificarci, condividere. Riemergono i legami con i nostri missionari, i loro volti, le loro comunità. Sì, anche i loro progetti, che abbiamo condiviso: il pozzo, l'adozione a distanza, la scuola, il laboratorio di cucito...; l'appoggio a chi si impegna per la giustizia e la pace.

Ma il centro della missione è Cristo. Il suo vangelo cambia la vita, dona la speranza, spalanca la porta oscura del tempo e illumina il futuro dell'umanità. Leggo con gioia alcune righe di sant'Agostino: "Coloro che si trovano al di fuori - lo vogliano o no - sono nostri fratelli. Dicano pure essi: perché ci cercate, perché ci volete? Noi rispondiamo: siete nostri fratelli".

"La missione è questione d'amore. Guardando all'esperienza di san Paolo, comprendiamo che l'attività missionaria è risposta all'amore con cui Dio ci ama. Il suo amore ci redime e ci sprona verso la missione alle genti; è l'energia spirituale capace di far crescere nella famiglia umana l'armonia, la giustizia, la comunione tra le persone, le razze e i popoli, a cui tutti aspirano" (Messaggio per la giornata missionaria mondiale).

Da Cristo possiamo attingere l'attenzione, la tenerezza, la compassione, e quelle altre virtù necessarie ai messaggeri del vangelo per lasciare tutto e dedicarsi completamente e senza condizione a spargere nel mondo il suo amore. Gesù è il volto di Dio amore: apre alla speranza e porta l'umanità oltre le chiusure e gli idoli di sempre.

Come Paolo, siamo invitati nel mondo globalizzato ad allargare le tende, perché "cresca" l'anima dell'umanità e possiamo rispondere alle attese di un mondo più solidale e fraterno. Con umiltà, perché il Maestro giusto è solo Gesù, che ha dato la vita per tutti.

La chiamata è per ciascuno di noi. Mi tornano in mente le parole del papa ai giovani di Sydney, nel silenzio dell'adorazione: "Dio è ora all'opera mediante voi. L'amore che si dona sia la vostra missione. Credi a ciò che Dio sussurra al tuo cuore!". La forza viene dallo Spirito Santo che la effonde su di noi solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro.

Noi dobbiamo permettergli di penetrare nella dura crosta della nostra indifferenza. Dobbiamo deciderci - giovani o vecchi - di dare la vita a Dio con l'ascolto della sua Parola e con la preghiera; dando la vita al prossimo, a partire dall'ascolto di chiunque viene a noi, sprigionando la gioia, esigendo il cambiamento di noi stessi con un forte lavoro interiore.

Allora Dio ci trova capaci di collaborare alla sua opera tra le popolazioni dell'Asia, nelle comunità perseguitate dell'India, tra i popoli dell'Africa o dell'America Latina, che lottano nell'insicurezza per la sopravvivenza e la dignità.

Anche la nostra famiglia "Missionari Saveriani" è sul campo: "Ci sentiamo suoi, amati da un amore grande, perché ci ha scelti e messi sulla strada della missione... Ciò che salva e rimane in eterno è l'amore, che abbiamo imparato da Gesù e che lo ha portato fin sulla croce. Ogni giorno ci sia la conversione all'amore!".