La gratuità della missione
Mandando in missione i discepoli Gesù ha dato loro una parola che è insieme una verità da annunciare e una guida di comportamento per i missionari: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10, 8).
Non si tratta solo di non chiedere compensi per il servizio missionario e di contare solo sulla Provvidenza che accompagna e sostiene i suoi missionari: cosa di cui noi facciamo quotidiana esperienza, grazie alla generosità di coloro che Dio ispira ad aiutarci. La parola di Gesù ha anche un altro significato profondo:
è un invito a riconoscere e annunciare un tratto del volto di Dio che è una vera novità rispetto alla religione ebraica: “Dio è gratuito”. Che cosa vuol dire?
Amati gratuitamente
La parola di Gesù ricorda che noi missionari siamo amati gratuitamente da Dio, senza che abbiamo fatto nulla per meritarlo. Dio ci anticipa con il suo amore e previene ogni nostra attesa o pretesa, e non si lascia condizionare dalle nostre pratiche né dalle preghiere, anche se lui è contento di ascoltarci ed esaudirci quando gli chiediamo qualcosa che ci fa il bene.
Questa affermazione di Gesù ha messo in crisi il sistema religioso del suo tempo, dove chi voleva avere le grazie di Dio andava al tempio e offriva un sacrificio, secondo le sue possibilità. Gesù contesta questo tipo di religione e ci insegna che Dio non attende i nostri sacrifici e le nostre offerte, ma cerca il nostro cuore: un cuore che lo riconosca come Padre e a lui si affidi con fiducia piena.
Per amarci tra di noi
Dio si dona a noi e ci ama gratuitamente, non perché l’amiamo in contraccambio, ma affinché ci amiamo tra di noi con lo stesso amore gratuito, fatto di attenzione e tenerezza. Solo così contribuiremo alla costruzione di una nuova società di fratelli in cui regni la giustizia divina e si pratichi il “principio del dono” o della gratuità. Ce lo ricorda papa Benedetto nella Caritas in veritate.
Infatti, gratuitamente amati, siamo invitati ad amare in modo altrettanto gratuito i nostri fratelli, dando il primato alle persone e ai rapporti, e facendo anche noi l’esperienza di un dono che offriamo e riceviamo nello stesso tempo.
È interessante notare che san Paolo non parla dell’amore per Dio, ma solo dell’amore per i fratelli e lo dichiara “pieno compimento della legge” (Rm 13,10). In realtà, Dio ci dona il suo amore e ci insegna ad amare i nostri fratelli non perché o quando sono buoni, simpatici, meritevoli di essere amati, ma anche quando non sono né buoni né meritevoli né simpatici; semplicemente perché Dio li ama prima di noi.
È possibile oggi?
Guardandoci attorno potremmo pensare che oggi non ci sia più spazio per questo genere d’amore gratuito o per la pratica del “principio del dono”, perché tutto è misurato e calcolato secondo il “principio del profitto e del mercato”: do ut des, e cioè: io ti do se tu mi dai; e se tu non mi dai neppure io ti do. Gesù invece insegna di invitare chi “non ha da ricambiarti” (Lc 14,14).
Gesù insegna prossimità, generosità e compassione: in una parola, gratuità.
Gratuità è un termine che viene da grazia e cioè bellezza, amore, dono, salvezza. Se ne coglie il senso nel verbo graziare, ossia far grazia: un condannato a morte quando riceve la grazia, ricomincia a vivere. La grazia trasforma e trasfigura la nostra vita.
Tutto è dono gratuito!
La gratuità rimodula la nostra esistenza sul “principio del dono” e ci rivela il vero senso delle cose, dell’uomo e di Dio. Ci rivela il vero volto di Dio: quel volto d’amore e di misericordia, compassione e tenerezza, di cui ci parla continuamente papa Francesco. Ci fa capire anche che ogni persona è dono di Dio, da accogliere e rispettare, e che non possiamo strumentalizzare. Ci dice infine che il mondo creato, che sta attorno a noi, è dono di Dio:
un segno del suo amore, che noi dobbiamo accogliere, custodire e migliorare per consegnarlo alle generazioni future.
In una parola, applicando il “principio del dono” e della gratuità, non solo annunceremo il vero volto di Dio, ma cambieremo anche il nostro stile di vita e parteciperemo alla costruzione di un mondo diverso, nel quale crescerà il regno di Dio. Questo è il compito della missione e il senso profondo della parola di Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.