La Giornata missionaria a Pizzighettone
Domenica 29 ottobre 2023, la Comunità parrocchiale di Pizzighettone ha invitato i missionari Saveriani per celebrare insieme una giornata di animazione missionaria. Una tradizione che continua da anni, anche dopo la chiusura della casa di Cremona nel 2013, dopo quasi 90 anni di presenza. Erano presenti p. Emmanuele Adili (Rettore della Comunità Teologica di Parma), p. Pietro Rosini (Membro dell’equipe di MissioNet, per l’evangelizzazione dei nuovi mezzi di comunicazione) e due fratelli Saveriani, Valerio Nahak ed io.
La Giornata Missionaria Mondiale è stata istituita da Papa Pio XI nel 1926, quest’anno si è celebrata la 97ª edizione con un tema ispirato alla storia dei discepoli di Emmaus nel Vangelo di Luca (24, 13-35): “Cuori che ardono, piedi che camminano”. I due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel pane spezzato accese in loro la passione di tornare a Gerusalemme e di annunciare che il Signore era risorto.
A Pizzighettone, il parroco e i suoi collaboratori (don Andrea Bastoni, don Gabriele Mainardi, don Attilio Spadari e don Mario Marinoni) ci hanno accolto con gioia e spirito di famiglia. Abbiamo animato cinque Eucaristie. Due celebrate da p. Pietro e Valerio e altre tre da padre Adili con me. Ho avuto l’opportunità di offrire una testimonianza personale, in particolare com’è nata la passione per la missione fino alla decisione di entrare nella Famiglia Saveriana.
La prima impressione avuta è stata quella di un grande entusiasmo e di una bella accoglienza, non solo come missionari ma anche come stranieri. Tuttavia, mi è dispiaciuto molto vedere la mancanza dei giovani. Delle tre chiese che abbiamo visitato, ho incontrato solo cinque bambini che servivano come chierichetti. Non c’erano ragazzi e ragazze tra i 20 e i 30 anni, per esempio. Ma questo non mi ha scoraggiato né ha smorzato la mia gioia. Padre Adili, nella sua testimonianza, ha sottolineato il fatto che Dio ci ha amati per primo e che, con la pienezza di questo amore, usciamo dalla nostra zona di comfort per amare gli altri. Il mondo ha bisogno dell'amore di Dio, di incontrare Cristo e di credere in Lui.
Nella mia testimonianza, ho sottolineato che arrivando in Italia questo spirito missionario mi ha aiutato ad aprirmi alla possibilità di relazionarmi con persone con un background diverso dal mio. Le sfide linguistiche e culturali non sono diventate per me delle barriere per rapportarmi con gli altri, ma una fonte di arricchimento reciproco. Imparare una nuova lingua non significa solo conoscere parole nuove, ma anche entrare in un nuovo modo di pensare. E l’esperienza a Pizzighettone è stata un’ottima occasione per sperimentarlo.