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La gioia di essere missionaria

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2009 10 LaMagnaSono una missionaria di Maria saveriana, originaria di Leonforte, un paese della provincia di Enna, in Sicilia. Sono in questa famiglia missionaria dal 2007, offrendomi a Dio con i voti di povertà, castità e obbedienza. A febbraio del 2009 sono partita per la mia prima missione in Brasile settentrionale, precisamente a Belém.

Ripensando al mio passato, posso dire che il Signore ha messo sulla mia strada tante persone che, in modo molto semplice, hanno saputo trasmettermi l'amore che Dio ha per ogni sua creatura. Come dice l'apostolo Giovanni: "Noi amiamo perché Dio ci ha amati per primo". Ed è proprio da questo sentirci amati dal Signore che scaturisce in noi il desiderio di farlo conoscere ad altri.

Mi piaceva fare l'estetista

Prima di fare questa scelta di vita, nel mio paese natale lavoravo come estetista. In quegli anni, ho avuto l'opportunità di visitare alcune missioni dell'Africa, in Tanzania e in Sierra Leone. Lì ho compreso maggiormente che il Signore mi chiedeva qualcosa più grande delle mie forze: la donazione totale della mia vita a lui, per servire meglio i fratelli.

Ma accettare questa sua richiesta di lasciare la famiglia, il lavoro e il paese, per andare in terre lontane a far conoscere l'amore di Dio non è stato facile. All'inizio mi domandavo: "Perché proprio io? Non potrebbe farlo un'altra?". Sentivo che era una realtà molto grande per me.

Nella Bibbia leggiamo che quando Dio chiamò Mosè per guidare il suo popolo, lui rispose che non si sentiva degno, perché non sapeva neanche parlar bene... Ma Dio gli disse: "Non temere, io starò con te". Così anch'io sentivo che Dio diceva anche a me le stesse parole.

Non mi mancava nulla, ma...

In verità, a casa non mi mancava nulla; avevo tutto. Ma il mio cuore non era sereno. Sentivo che stavo soffocando un qualcosa di grande che il Signore mi chiedeva, proprio come leggiamo nel profeta Geremia: "nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo" (Ger 20,9).                                               

Così, dopo alcuni anni, nel 2003, ho avuto la forza di lasciare tutto e cominciare il cammino di formazione nella congregazione delle "missionarie di Maria saveriane" che avevo conosciuto andando in Sierra Leone. Anche la mia famiglia, con l'aiuto di Dio, ha compreso la mia scelta di vita e ora che siamo lontani fisicamente, sentiamo di essere molto vicini spiritualmente.

Ecco come vivo oggi

Ora mi trovo in Belém, e sento che, poco a poco, questo popolo sta entrando nel mio cuore. Sto imparando molto da loro: la gioia del condividere la vita con gli altri, con semplicità. Ringrazio il Signore per avermi messo accanto questo popolo, per camminare insieme e scoprire sempre più il suo grande amore.

Il nostro fondatore p. Giacomo Spagnolo diceva: "Se guardi con l'occhio, la mente e il cuore di Gesù, non puoi non incontrare Lui stesso nei fratelli". Solo quando ci accostiamo agli altri cercando di vivere come Gesù ci ha insegnato, riusciremo a vederlo anche nei fratelli.

In conclusione, sono d'accordo con questa frase d'autore: "Quando avviciniamo un altro popolo, il nostro primo compito è di toglierci i calzari, perché il posto nel quale avanziamo è santo; altrimenti potremmo calpestare il sogno di altri esseri umani; peggio ancora, potremmo dimenticare che Dio era là prima di noi e continuerà ad esserlo quando noi ce ne saremo andati".

Amici, il Brasile aspetta anche voi! Vi ricordo tutti con affetto, e vi chiedo di accompagnarci con la vostra preghiera.



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