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La fraternità per restare umani

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In questi ultimi tempi il tema della Fraternità è tornato in molti eventi, soprattutto di natura religiosa. È sicuramente grazie all’Enciclica di papa Francesco che si è sviluppata la riflessione intorno a questo tema che ai nostri giorni non è scontato. A volte, può sembrare retorico, persino irrilevante. Aleggia persino l’impressione che questo termine susciti contrarietà, perché richiede implicazione in un mondo sempre più individualista.

Diventa dunque necessario riaffermare uno dei principi base della nostra fede: la fratellanza universale che con la figliolanza divina costituiscono i cardini della nostra vita spirituale e dell’identità cristiana, che ci vengono direttamente dalla rivelazione di Gesù. È nel vivere e attuare queste due dimensioni che noi possiamo rendere presente, oggi, quel modo di agire di Dio che costituisce il suo Regno.
Nel mese di aprile si è svolto il Convegno missionario nazionale dei seminaristi promosso dalla Fondazione Missio. La riflessione tenuta dal cardinale Gualtiero Bassetti aveva per titolo: “Fraternità e missione alla luce dell’enciclica Fratelli tutti”. La fraternità è la condizione per vivere la missione evangelizzatrice della Chiesa.

Ciò richiede la consapevolezza di appartenere alla famiglia umana, considerandoci “fratelli perché figli e figlie di un unico Creatore, tutti sulla stessa barca”. Missionari e missionarie vivono tale verità di fede, annunciandola nei paesi più lontani e nelle situazioni più difficili. La prima tentazione da superare, allora, è l’individualismo che ci chiude su noi stessi e che piega la Chiesa e la società alle proprie esigenze.
A giugno, un gruppo di dieci teologi e teologhe, su iniziativa di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, e di mons. Pierangelo Sequeri, ha lanciato l’appello: “Salvare la fraternità-Insieme”. La proposta è rivolta al mondo della cultura, affinché si inauguri una “fraternità intellettuale”, per smuovere così un mondo tentato di chiudersi davanti alle tragedie provate da numerosi popoli.

Una cultura che cerca la realizzazione di sé, nella separazione dall’altro, nutre il razzismo, la xenofobia, la marginalizzazione, virus letali che minacciano la convivenza sociale. Diventa dunque importante “salvare la fraternità per rimanere umani”. Sempre a giugno si è svolto il Festival Biblico dal titolo: “Siete tutti fratelli”. Sono state coinvolte le città di Vicenza, Verona, Padova, Rovigo, Vittorio Veneto e Treviso. L’ispirazione alla “Fratelli Tutti” è stata messa in rilievo proprio per la difficoltà a vivere la dimensione della fraternità. Ignorare questa prospettiva può portare a una sempre più debole consapevolezza dell’appartenenza comune a un’unica umanità, esaltando egoismi personali e nazionali.

Il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani recita: “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. E se ci ricordiamo come Gesù ha vissuto, rivelandoci un Dio che è Padre per cui siamo fratelli e sorelle tra noi, vediamo subito qual è l’orizzonte, per credenti e non credenti, sul quale porre il senso della nostra vita e orientare interventi personali e strutturali.

Allora, la fraternità, con le sue conseguenze e implicazioni personali e comunitarie, riguarda tutti e va oltre ai legami parentali, culturali e nazionali. È urgente riappropriarsi del rispetto e del riconoscimento della dignità altrui, con la prontezza nel rispondere alla chiamata missionaria: la vita dell’altro mi interpella.



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