La fede si rafforza donandola
Gesù Risorto, venendo tra i suoi discepoli chiusi in casa per paura dei Giudei, disse: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi". Così, egli offrì loro il dono della pace e la missione di continuare la sua missione: quella di manifestare a tutti che Dio è Padre e abita nel cuore di ciascuno. Ogni cristiano, con il battesimo, riceve questo dono e questa missione. È questa la fede che "cresce e si rafforza donandola", in collaborazione con i missionari e le missionarie in ogni parte del mondo.
Il salvadanaio dei bambini e il dono dei giovani
Per i bambini è stata creata, nel 1843, l'Opera della Sant'Infanzia, che ora è chiamata dei "Ragazzi missionari". Si chiede loro di collaborare con la preghiera, qualche sacrificio e un piccola offerta per tanti loro coetanei meno fortunati e più in difficoltà nel cibo, nella scuola e nella salute.
La giornata dei "Ragazzi missionari" è l'Epifania. I ragazzi portano a Gesù Bambino i loro doni, perché tutti i ragazzi del mondo possano sentire l'affetto e la cura del Padre Celeste, che ci ha donato il Figlio Salvatore.
Per gli adulti si aprono oggi nuove possibilità di vivere la missione. Accanto ai consacrati, alle consacrate e ai sacerdoti missionari, ci sono anche i "laici missionari". Sono persone singole o coppie che donano qualche anno della propria vita alla missione.
Aiutarsi a crescere
"È un'esperienza che arricchisce", hanno detto Chiara e Riccardo, Elisabetta e Renato, due coppie che hanno raccontato la loro missione in Ecuador e in Ciad ai direttori dei centri missionari diocesani del Nordest.
"Prima di partire ci vuole una preparazione seria e prolungata. Arrivati in missione, si incontrano subito le difficoltà di lingua, alloggio, usi e costumi diversi; ma con l'aiuto dei missionari e la buona volontà tutto si supera. È bello sentirsi a contatto con le persone, condividerne le preoccupazioni, aiutarle a crescere, mentre anche noi cresciamo imparando da loro".
Chiara racconta che i primi mesi la gente locale li teneva a una certa distanza, "ma quando si sono accorti che io ero incinta, le donne sono state piene di attenzioni e anche loro insieme a noi, hanno vissuto in gioiosa attesa dell'evento".
Una missione per ognuno
Il 2 febbraio abbiamo celebrato la giornata della vita consacrata. Ai religiosi, alle religiose e ai fedeli presenti nella chiesa dei Frari di Venezia, il patriarca mons. Francesco Moraglia ha detto che "la vita religiosa è fedeltà radicale alle promesse battesimali e profezia della vita futura. Le religiose e i religiosi hanno il gusto delle cose di Dio, che permette loro di vivere la carità e di compiere gesti di carità. E la carità è pienezza della fede; è la fede trasformata in una storia".
Tra i presenti, numerosi erano i religiosi e religiose con una storia di missione. Ma erano presenti spiritualmente anche le monache di clausura che, con la vita di preghiera come santa Teresina, offrono il migliore aiuto ai missionari.
Anche oggi il Risorto ripete a ogni battezzato il suo saluto: "La pace sia con te; come il Padre ha mandato me, anche io ti mando...".