L'icona della missione: La magia fa grandi affari. Ma lo Spirito...
Ma lo Spirito non si compra
LA PAROLA
Nella città di Samaria c'era un tale Simone, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione, spacciandosi per un gran personaggio. Gli davano ascolto, perché per molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue magie. Ma quando cominciarono a credere a Filippo, che recava la buona novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare.
Anche Simone credette, fu battezzato e non si staccava più da Filippo. Era fuori di sé nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano. Arrivati in Samaria, Pietro e Giovanni imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l’imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: “Date anche a me questo potere perché a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo”. Ma Pietro gli rispose: “Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio. Non v’è parte né sorte alcuna per te in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Pentiti dunque di questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonato questo pensiero”. (Atti 8,9-24)
C’era in te un perenne bambino che amava stupirsi per le cose grandi e impossibili narrate nelle favole. Cammin facendo, avevi capito che siamo tutti un po’ bambini e che poteva essere redditizio mettersi al servizio dei sogni impossibili della gente. E infatti rendeva.
Gli effetti speciali. Non che la bramosia del denaro avesse spento tutto, in te. Ti restava un sincero gusto degli effetti spettacolari; e ti piaceva pure che la gente tornasse a casa stupita e speranzosa. Io non so il tuo mistero, perché ho incontrato un Simone come te che aveva fatto un patto con una forza occulta per diventare ricco. E non gli sembrava mai che fosse tempo di sciogliere quel patto.
La bottega si svuota. Comunque tu non hai fatto guerra a Filippo, quando ti si è svuotata la bottega e tutti sono corsi da lui. Più che invidia, ti prese meraviglia al vedere che egli guariva e scacciava demoni in nome di Gesù di Nazareth. Non esitasti a chiedere di essere dei suoi. Come un bimbo incantato seguivi Filippo, per vedere questa potenza nuova in azione. In realtà, non avevi rinunciato a te stesso: ti eri, con quel battesimo, soltanto promosso.
Giunse Pietro, il capo, che un tempo portava il tuo nome, Simone, che significa “Dio ha esaudito”. Ecco, lui imponeva le mani e la gente era piena di Spirito Santo!
Una via d’uscita. Non eri il tipo da mendicare. Spendere i tuoi soldi per avere quello Spirito era davvero un bell’investimento. Le parole di Pietro furono come uno schiaffo, al posto di un abbraccio che ti saresti aspettato. Destabilizzanti, impietose e insieme pietosissime, le sue parole vollero strapparti al sogno di potenza e indicarti una via d’uscita: il perdono.
Non si trattava di pagare, ma di accettare di morire a quello che eri stato. Non di conquistare, ma di lasciarsi conquistare. Dio non ti chiedeva soldi, ma la tua stessa vita, che tu tenevi saldamente fra le mani.
Lo Spirito non si compra. Simone, non sappiamo come finì la tua storia. Luca la lascia aperta perché in fondo tu sei tutti noi, per i quali i giochi sono ancora aperti. Che scelta faremo? A un Dio morto per noi, noi continueremo a portare solo elemosine? Quando gli consegneremo la chiave della nostra esistenza?
No, lo Spirito non si compra. Ma richiede, per compiere prodigi, fino all’ultima goccia del nostro sangue. È l’avventura dell’amore.