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L’altra Madonna del santuario

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Sulla contro facciata del Santuario della Madonna della Grazia di Gallico Superiore, è esposto un grande dipinto a olio su tela, datato 1896, del pittore messinese Placido Di Bella. Rappresenta la Madonna con il Bambino nella gloria del paradiso, circondata da innumerevoli schiere di angeli. Non si hanno notizie biografiche certe sull’autore della tela, si sa che la madre era indiana e il padre messinese, lo chiamavano il “pittore filosofo” per il suo spiccato anticonformismo. Avvolta nel mistero è anche la sua morte; alcuni sostengono che sia morto nel terremoto del 1908, altri che sia stato visto molto tempo dopo il sisma, a Copenaghen.

Nel quadro del santuario di Gallico, la Vergine benedice con la mano sinistra e con la destra sostiene Gesù Bambino. È raro trovare, nell’iconografia mariana, un’immagine della Madonna che benedice. Di solito, è rappresentata generalmente nell’atto di pregare, sostenere o indicare Gesù, porgere il Rosario o lo scapolare, stendere il braccio in atto protettivo...
Placido Di Bella, da buon messinese, conosceva bene il culto della Madonna della Lettera, patrona di Messina. Secondo una pia tradizione, dopo che la città si era convertita al cristianesimo, una delegazione di messinesi si recò in Palestina, dove la Madonna viveva, per comunicargli che la città aveva accolto il vangelo. La Vergine aveva scritto una lettera nella quale esprimeva il suo compiacimento e benediva i componenti della delegazione e la stessa città. Solo nell’iconografia della Madonna della Lettera (statua d’argento del Duomo di Messina, o quella che si ammira all’imbocco del porto della città peloritana) questa appare benedicente.

Placido Di Bella mutua il modo di rappresentare la Vergine dalla cultura e tradizione del luogo di provenienza, in un arricchente e reciproco scambio culturale tra le due sponde dello stretto. Non sono stati trovati, al momento, documenti che indichino dove era collocato questo dipinto nell’antico santuario della Madonna della Grazia. Ma perché commissionare una tela così grande per una chiesa piccola, nella quale esisteva già una venerata immagine mariana?
Il quadro ha la forma di un ottagono, gli angoli sono tagliati; la Madonna raffigurata ha lo sguardo pietoso, rivolto verso la terra. Tale impostazione è stata concepita per dare ai fedeli, che sollevavano lo sguardo verso l’alto, la sensazione di contemplare la Regina dei cieli e la Signora degli angeli. È probabile che il grande quadro dipinto dal Di Bella fosse destinato a decorare la parte centrale del soffitto della navata dell’antica chiesa della Grazia. Sono ipotesi, non supportate da riferimenti documentari, suscettibili di conferme o smentite (Domenico Mazzù).
Ogni fedele, nel lasciare il Santuario, se alza lo sguardo sopra la porta, potrà ammirare il bel dipinto e affidarsi ancora una volta allo sguardo amorevole della Madonna.



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