Un grazie sincero da Kinshasa

Padre Pier Agostinis, saveriano friulano, è missionario nella periferia di Kinshasa, la capitale del Congo. Scrive a una persona che gli aveva mandato un contributo per i bambini della missione.

Caro amico, prima di tutto grazie di cuore per il gesto che hai fatto per i bambini africani. Ho saputo che desideri rimanere anonimo. “Non sappia la destra quello che fa la sinistra”, ha detto Gesù. Questo rende ancora più bello e significativo il tuo dono. Ti voglio dire un grande “grazie”, non solo per l'aiuto economico che hai inviato, ma anche per l'incoraggiamento che ci hai dato.

Il bambino in fin di vita

Quando padre Roberto, l'economo della nostra comunità, mi ha mandato una mail elettronica dicendomi che avrei ricevuto “un aiuto”, mi trovavo da solo a gestire la missione, le scuole e i vari servizi qui nella periferia di Kinshasa. Quel giorno era arrivata alla nostra missione una mamma povera, con uno dei suoi bambini che era in gravissime condizioni. Stava per morire e, guarda caso, proprio a motivo della denutrizione cronica.

Normalmente, con i cristiani ci organizziamo per aiutare casi del genere. Ma quel giorno la responsabile della comunità cristiana mi aveva detto che nella “cassa” della loro piccola comunità non c'era più niente. Siamo passati all'ospedale, per vedere se il bimbo poteva essere salvato. Mi hanno detto che sarebbe servita una cifra consistente, pur facendo pagare solo i costi reali. Subito, in quel momento, ho detto di mettere tutto sul nostro conto dei saveriani, anche se stiamo attraversando un periodo difficile. Infatti, abbiamo investito tutti i fondi che avevamo a disposizione per le scuole del quartiere. Ho pensato: sicuramente il Signore non mancherà di farsi sentire.

Un messaggio di speranza

La sera stessa, rientrato a casa, ho aperto la posta elettronica e ho trovato il messaggio di padre Roberto. Per me è stato il bel segno della Provvidenza. Può sembrare strano, ma ti assicuro che per me è stato un messaggio di incoraggiamento, un invito a non mollare, anche se in quei giorni stavo passando in mezzo a un sacco di difficoltà. La tua offerta ci aiuterà ad andare incontro a tanti casi disperati come questo. Normalmente, noi diciamo ai cristiani che se hanno delle difficoltà ad aiutare i poveri o a curare gli ammalati, noi cerchiamo di aggiungere al loro contributo la metà del fabbisogno. Alcune comunità riescono a essere autonome; altre invece dobbiamo aiutarle, spesso anche fino al cento per cento.

È la situazione di questo Paese, da trent'anni in mano a gente senza scrupoli, che ha distrutto poco a poco tutte le strutture. Qui il valore dell'uomo conta poco. Uno può sperare solo nel buon cuore dei suoi simili… Per fortuna, la condivisione tra i poveri non manca e nemmeno l'aiuto di gente come te.

Ti auguro tanto che il bene che hai fatto ti porti la gioia e che il Signore benedica la tua vita. Un cordiale saluto da Kinshasa.