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Il ricordo di p. Aurelio Cannizzaro

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Nel 25° anniversario dalla morte, nel 50° dal suo arrivo a Gallico e nel 100° anno della nascita, il santuario “Madonna della Grazia”, diretto dal somasco p. Gianni Biancotto, ha ospitato il ricordo di p. Aurelio Cannizzaro.

Le parrocchie di Gallico Superiore (San Biagio, San Nicola di Bari e San Giuseppe di Villa San Giuseppe) hanno voluto rendere omaggio soprattutto all’opera di questo missionario saveriano, un intento condiviso anche da mons. Fiorini Morosini, che ha presieduto la celebrazione liturgica.

Creatività e capacità comunicativa

L’Eucarestia con il vescovo ha chiuso una serie di iniziative liturgiche e culturali che si sono svolte dal 24 al 26 marzo e che hanno coinvolto anche gli alunni della scuola media “O. Lazzarino”. A rappresentare i saveriani, c’era p. Ercole Marcelli, per nove anni nella casa missionaria di Gallico, fondata nel 1967 da p. Cannizzaro. Egli è ancora molto amato dai gallicesi, soprattutto dalla comunità di Villa S. Giuseppe, villaggio rurale che sorge alla sinistra del torrente Gallico, dove è stato parroco per alcuni anni.

In questi tre giorni è stata ripercorsa la vita dell’uomo e del missionario, facendo emergere la passione e lo spirito di servizio con cui p. Aurelio ha svolto il suo mandato in Cina e nelle lontane isole Mentawai.

È stata sottolineata la creatività e la straordinaria capacità comunicativa che ha caratterizzato il suo impegno missionario a Gallico.

La missione nelle Mentawai

Sono state numerose le manifestazioni in programma, a cominciare dalla Via Crucis zonale da lui voluta, perché questo momento, così importante, fosse vissuto all’insegna della convivialità spirituale con le altre chiese della vallata del Gallico.

Il racconto del suo lavoro, documentato dalle immagini delle popolazioni che hanno visto nella sua persona una guida e un amico, ha suscitato un forte impatto emotivo. Le fotografie delle isole Mentawai mostravano p. Aurelio immerso in ambienti esotici e selvaggi, insieme ad alcuni abitanti.

Abidan e la redenzione

È stata letta una testimonianza, tratta dal suo libro “Con i primitivi del Mentawai”, dove p. Aurelio racconta una vicenda che riguarda un ragazzo dell’isola, Abidan, che è stato per lui guida e amico. Abidan improvvisamente perse la vita, ma prima di morire ha espresso a suo padre il desiderio di essere seppellito sotto terra con sopra una croce, simbolo della redenzione il cui valore gli era stato trasmesso da p. Aurelio.

Il padre del giovane, talmente colpito dalle parole del figlio, decise di offrire al missionario il proprio aiuto per il resto della missione.

Il parco della mondialità

Il viaggio per immagini è continuato con l’arrivo di p. Aurelio a Gallico. Ha voluto fortemente trasformare una zona del paese completamente abbandonata, parte del greto del torrente San Biagio, in un parco che rappresentasse la mondialità. Infatti, passeggiando per i viali di questo luogo di preghiera, di svago, di incontro di umanità, si osservano i simboli delle civiltà e delle culture che hanno segnato le grandi tappe della storia dell’umanità. Il filmato è stato accompagnato da arrangiamenti musicali curati da Nino Pavone, mentre una mostra fotografica curata da Carmelo Laganà ha ricordato alcuni momenti della vita missionaria di p. Aurelio.

Ampio spazio è stato dato alle sculture del parco, opere degli artisti gallicesi Antonio Romano, Paolino Romano e Alaide Lucca che ne ha dato ampia illustrazione. 

All’iniziativa hanno partecipato gli allievi della scuola media dell’Istituto Comprensivo “O. Lazzarino”,  accompagnati dai docenti e dalla dirigente Antonina Marra. I ragazzi con cartelloni e dipinti che sono rimasti esposti per alcuni giorni nella Sala Azzurra, hanno espresso la loro idea di mondialità. A tutti è stato consegnato un attestato di partecipazione.



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