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Il lavoro: La chiesa in Africa funziona

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Nonostante tutto, l'Africa c'è - La chiesa, una realtà che funziona!

Il documento dei lineamenta descrive alcuni aspetti positivi e altri negativi dell'Africa attuale, in una sintesi schietta e sincera. Ad essi ha già accennato il card. Arinze nella sua presentazione. Infatti, "al di là delle sofferenze del momento attuale, quanti hanno occhi per vedere e orecchie per intendere, possono discernere l’opera della pina Provvidenza in Africa". Ecco perché noi tutti siamo convinti che l’Africa "è la grande speranza della Chiesa", come ha ben detto papa Benedetto XVI.

"Al di là delle debolezze, la chiesa continua a godere di una grande credibilità presso le popolazioni africane. Essa resta, per molte nazioni dell’Africa, l’unica realtà che funziona ancora bene e permette alle popolazioni di continuare a vivere e a sperare in un futuro migliore. La chiesa offre assistenza, garantisce la coesistenza pacifica e contribuisce a trovare vie e mezzi per la ricostruzione dello Stato. La chiesa è anche il luogo privilegiato dove si comincia nuovamente a parlare di riconciliazione e di perdono. Sono questi i motivi per rallegrarci con il Signore, per le meraviglie che ha operato in Africa nel corso di questi ultimi anni". (Lineamenta, 6)

La sofferenza dei popoli africani

Non è possibile dire tutto sulla situazione umana di un intero continente. Oltre a vedere il bene, è importante non chiudere gli occhi di fronte ai problemi e alle responsabilità, sia interne sia internazionali. Per essere a servizio della riconciliazione, giustizia e pace, la chiesa cerca di scoprire le motivazioni dell'odio e delle ingiustizie, e cerca di fissare alcune priorità urgenti. L'urgenza deriva proprio "dalla sofferenza dei popoli africani, dalle condizioni disumane in cui la gente è costretta a vivere".

Come in tutto il resto del mondo, anche in Africa la vera sfida consiste nel "gestire bene gli affari pubblici", in politica e in economia. La situazione africana è più grave perché oggi più che mai, l'Africa dipende dai paesi ricchi ed è vulnerabile di fronte alle loro manovre, che "con una mano danno e con l’altra riprendono il doppio...".

Le sorti e il benessere dell'Africa in gran parte dipendono quindi dal senso di giustizia dei paesi ricchi e dei "poteri forti". Lo sfruttamento coloniale perdura sotto nuove forme, tra cui il fardello del debito internazionale, le condizioni ingiuste nel commercio, lo scarico di prodotti tossici eccetera.

Le situazioni più scandalose

L'Africa ha enormi risorse, che contrastano con lo stato di miseria delle popolazioni del continente. Qui inizia la lunga serie di "scandali" che sono sotto gli occhi di tutti e che interpellano le nostre coscienze. Il documento usa parole forti, ma come smentirle?

Il primo scandalo è l'ammasso di ricchezze nelle mani di pochi privilegiati, favoriti dalla disonestà di governanti corrotti e da agenti corruttori. Il mondo occidentale ha esportato in Africa "i suoi vizi" della corruzione e della violenza.

Altro scandalo è il commercio delle armi, che semina la morte in Africa. È un "segno eclatante del fallimento della politica, non più al servizio della città e della ricerca del bene comune, ma della eliminazione dell'avversario politico e della città stessa". Responsabili di questa distruzione sono i belligeranti e i commercianti di armi, i dittatori locali e le potenze internazionali.

Il commercio internazionale di armi mantiene l'Africa in un perpetuo stato di guerra. "Non c'è dubbio che a seminare la morte in Africa siano interessi potenti, i cui attori principali sono altrove". Sono le cosiddette "guerre per procura", in cui alcuni africani distruggono i propri paesi e si uccidono tra loro per gli interessi e i profitti di altri.

L'Africa che consuma e produce

Un paradosso: "l'Africa produce ciò che non consuma e consuma ciò che non produce". D'altra parte, nel settore agricolo l'Africa produce appena un decimo dei suoi bisogni. Oltre alle carestie e alle guerre, che impediscono alla gente di coltivare i campi, la povertà ha anche un fondamento culturale: "l'ardore africano per il lavoro è forse troppo misurato", per arrivare a soddisfare il proprio fabbisogno e per competere con il resto del mondo.

Occorre rafforzare la cultura del lavoro e della solidarietà. Vengono perciò richiamate la necessità e la dignità di lavorare, per godere dei frutti del proprio lavoro e per conpiderli con gli altri, senza incoraggiare il parassitismo. "Trovare vie e mezzi per rilanciare le economie e creare una vera e solida cultura del lavoro ben fatto". (Lineamenta, 49)

Sembra strano che un evento ecclesiale come il Sinodo per l'Africa scenda a questioni così... terra terra. Il documento preparatorio parla perfino di "una spiritualità del lavoro ben fatto, radicato nell'amore per Dio e per il prossimo". La professionalità nel lavoro penta "il rito della vita cristiana", bene organizzata e adempiuta con amore, fin nel minimo dettaglio. (Lineamenta, 89)

Quo vadis, Africa?

C'è un gran lavoro da fare in questi due anni di preparazione all'Assemblea speciale per l'Africa. Scorrendo le pagine dei lineamenta, troviamo molti spunti importanti per riflettere. Qui ho cercato di evidenziarne solo alcuni; ma ce ne sono tanti altri ancora. Le risposte alle 32 domande, che arriveranno dalle comunità dell'Africa cattolica, porteranno tanti altri contributi: miglioreranno molto il testo e ne colmeranno le lacune.

Alla fine del primo capitolo dei lineamenta, leggiamo questa grande domanda: "Quo vadis, Africa?" - dove vuoi andare? In che direzione vuoi muoverti? Quale destino scegli?

Occorre tirar fuori tutta la grinta e tutta la fantasia, per immaginare e tracciare le strade del futuro, in modo che il vangelo sia fonte di riconciliazione, di giustizia e di pace in un'Africa segnata da odi, guerre e ingiustizie.

È una domanda da "adulti": cosa vuoi fare da grande? È una decisione non rimandabile, colma di responsabilità. È una sfida a prendere in mano il proprio futuro. Il resto del mondo e, soprattutto, il resto della chiesa, deve guardare con la massima simpatia e dare tutto l'appoggio che merita questo enorme sforzo di maturità. Perché l'Africa "è la grande speranza della chiesa"; è anche la grande speranza dell'umanità.



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