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Il dialogo è sempre possibile: Paura dell’altro e bellezza dell’incontro

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Poche persone si sono accorte che il 27 ottobre si celebrava la 7ª giornata ecumenica del dialogo interreligioso. Di cosa si tratta? È una giornata nella quale ogni persona di buona volontà è invitata a riflettere sulla realtà che ci circonda, fatta della presenza di fratelli e sorelle di altre religioni, che con noi ogni giorno vivono, lavorano, studiano, fanno sport e molte altre cose. Uomini e donne che come noi, anche se in modi diversi, si rivolgono a Dio, lo pregano, lo ringraziano; come noi sono creature dello stesso Dio, anche se lo chiamano in un'altra maniera.

L'iniziativa dei saveriani

La giornata ecumenica era un invito a dialogare, cioè a conoscerci reciprocamente, a rispettarci, a comprenderci e anche a collaborare, pur partendo da presupposti diversi, nella costruzione di una società più giusta e fraterna.

Anche noi saveriani, "esperti" di dialogo, nelle nostre missioni siamo a contatto diretto con le altre religioni. Per questo, insieme ai membri del gruppo Cem che ogni mese si ritrova presso la comunità saveriana di Alzano, abbiamo cercato di dare il nostro piccolo contributo per creare una maggiore sensibilità al dialogo interreligioso. È una piccola goccia nel mare delle varie iniziative, ma è stato sicuramente un apporto significativo.

La pazienza dell'ascolto

Per l'occasione, abbiamo realizzato un incontro di formazione sul tema "Educare al dialogo interreligioso". Dalle 15 alle 19.30 un bel gruppo di 50 persone aiutato da quattro relatori ha riflettuto e condiviso idee su questa affascinante tematica, aiutandoci a sgretolare la paura dell'altro. Abbiamo scoperto le cose belle che ogni religione possiede, i segni dello Spirito che ci sono in tutte le fedi.

Abbiamo individuato i percorsi che si possono fare insieme, ognuno conservando la propria fede, ma collaborando a costruire una società multi etnica e pluri religiosa, dove non ci si combatte ma si cammina insieme verso ideali comuni a tutti: la giustizia, la pace, la tolleranza, la libertà di culto e la fratellanza tra i popoli.

Ascoltando i relatori ci siamo convinti che il cammino non è facile. Aspetti che ci "separano" non mancano; ma attraverso il rispetto reciproco, il dialogo è sempre possibile. Dobbiamo avere la pazienza di ascoltare gli altri, senza lanciarsi in giudizi affrettati e temerari, frutto spesso di superficialità o di condizionamenti... mediatici. A questo primo incontro sicuramente ne seguiranno altri nei mesi prossimi, per continuare questo interessante e avvincente cammino.

Quella strana merenda

Vi racconto un piccolo episodio capitato durante la pausa di metà pomeriggio. Una "merenda" era stata preparata da due signore giapponesi, che fanno parte del gruppo Cem di Alzano, e da alcune signore del gruppo Persepoli. Erano piatti tipici della cucina giapponese e iraniana. Tutti erano contenti di fare un break, ma quando siamo passati nell'altro salone per la merenda, l'entusiasmo è subito scemato guardando quello che c'era... Cose mai viste prima!

C'era diffidenza: come saranno fatti quei prodotti? Soprattutto, saranno buoni? Dopo una paziente spiegazione da parte delle cuoche e i primi timidi assaggi, vedendo le reazioni compiaciute dei primi coraggiosi, tutti hanno iniziato a mangiare e ad apprezzare: "Che buoni!".

Penso che questa "parabola" non abbia bisogno di spiegazioni. È vero: quello che non conosciamo ci fa paura; però non tutto quello che è sconosciuto è negativo. Con pazienza possiamo scoprire che anche il diverso da noi è bello e buono. E condividerlo è altrettanto buono e bello.



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