P. Franco Sottocornola, classe 1935, è stato anche mio insegnante nella Teologia saveriana di Parma. È uno di quegli uomini che si può definire brillante e profondo in tutto quello che intraprende.
Sulle colline di Kikusui, nell’isola di Kyushu, in Giappone, sorge una casa di preghiera. È il Centro di dialogo interreligioso Shinmeizan. Inizia dall’incontro provvidenziale di due persone: il compianto monaco buddhista Furukawa e il Saveriano bergamasco p. Franco Sottocornola. Condotti dallo Spirito e animati dalla passione per il dialogo, hanno dato vita ad una esperienza significativa nell’attuale contesto della società culturale e religiosa del Giappone.
La piccola comunità cristiana del Shinmeizan vive in stretta collaborazione con un tempio buddhista, situato nella vicina città di Tamana, dedicato alla memoria di un missionario cristiano, il dottor Albert Schweitzer. Le persone che compongono questa singolare comunità sono un simbolo delle aspirazioni di tanti che vedono nel dialogo e nella collaborazione tra le varie tradizioni religiose una condizione indispensabile per la pace e l’armonia tra i popoli.
In Asia, la via dell’evangelizzazione passa soprattutto attraverso il servizio e l’impegno del dialogo interreligioso. Le grandi tradizioni religiose del Giappone (Shintoismo e Buddhismo) sono viste, nella vita e nell’esperienza spirituale del Shinmeizan, come una preparazione all’incontro con Cristo. “Sulla montagna della vita, un’alba nuova si leva come piccola luce per un grande cammino; una nuova trama di vita viene intessuta per l’intreccio di una grande storia già incominciata” (Carlo Molari).
Padre Gabriele Ferrari, già Superiore Generale dei Saveriani, ha seguito ed incoraggiato l’inizitiva: “Ho potuto vedere che il loro modo di dialogare e la loro convivenza erano costruiti sul rispetto della verità, ma ancor più sulla comunione della ricerca della verità e sulla carità. Li ho visti pregare insieme; li ho visti insieme lavorare per guadagnarsi il pane… Ho potuto rendermi conto che insieme davvero cercavano tutto quello che li poteva unire”.
“Il dialogo si fa prima di tutto incontrando le persone, parlando ed ascoltando, condividendo le esperienze personali e comunitarie. Per questo, ogni occasione di incontro diventa preziosa. Il momento culminante di tutte queste attività di dialogo è l’incontro di preghiera per la pace, proprio nel nostro centro. Abbiamo vissuto il quinto incontro annuale per la pace e vi hanno partecipato rappresentanti di sei diverse tradizioni religiose con le quali, in questi anni, abbiamo stretto rapporti di amicizia”, spiega p. Franco.
Questo ‘vecchio missionario’ è stato catturato fin da ragazzino dalla Grazia di Dio che non l’ha mai mollato e anche lui non l’ha mai mollata. Perché se si vuole essere ancora dei testimoni dell’Amore di Dio non bisogna mai mollare quella mano che Dio ci ha dato col Battesimo. Parafrasando un vecchio libro di meditazioni estive della mia adolescenza, posso dire che questi vecchi missionari sono rimasti nel cuore dei giovani leoni.
