Il cibo è ciò che si condivide
Dice il bambino: “Mamma, ho fame!”. E la mamma, subito, cerca di dargli qualcosa da mangiare. Quando è piccolo, gli dà il latte dal seno; poi, pian piano, lo abitua a cibi più solidi. Tutte le mamme del mondo fanno così.
Ma in Africa, spesso ho visto che la mamma non sa cosa dargli, perché non c’è.
Le mamme, pur lavorando molto, hanno niente o poco da dar da mangiare ai numerosi figli. Spesso i bambini vanno a scuola senza aver fatto colazione. Passano tutta la giornata a stomaco vuoto o con qualcosa che gli amici condividono tra loro. Il bambino ha sempre rispetto per suo padre, che lo ha riconosciuto e fatto entrare nella famiglia. Non sempre, bisogna dirlo, il padre si sente responsabile dei figli…
Il vero pasto, l’unico, è quello della sera, quando la mamma torna a casa dai campi. Ma non è pronto: bisogna prepararlo insieme. Ma poi i bambini piccoli hanno diritto solo ai… “resti”, dopo che gli adulti hanno mangiato la loro parte.
Siedono insieme, intorno a un unico piatto, e prendono dei pugnetti di riso o di manioca e mangiano avidamente, in silenzio. Poi, qualcuno va a curiosare dalla mamma per vedere se è rimasto qualcosa del pasto degli adulti. C’è sempre qualcosa, e felice lo porta ai fratellini e alle sorelline, e velocemente finiscono tutto, senza lasciare traccia.
Loro si accontentano, sperando che la prossima volta ci sia qualcosa di più, da condividere insieme.
Una scena è sempre rimasta nei miei occhi, e anche mia madre l’ha vista quando è venuta in Africa: osservare i bambini che ricevono delle caramelle; tolta la carta, un bambino comincia a leccare la caramella e poi la passa a un altro. Insomma, i poveri sanno condividere anche una caramella, senza problemi… igienici.
Il “cibo” è ciò che si mangia. Ma in Africa ha un significato più profondo: è ciò che si condivide. Non ha senso mangiare da soli. Da solo mangia chi non è in amicizia, in comunione con gli altri. Da rimanere senza parole!