Il carisma della missione: Un imperativo del cuore
L'apostolato è essenziale alla chiesa, è la sua ragione di essere. Essa lo esercita con la parola, con la carità che non conosce limiti di spazio e di tempo e con la grazia dei sacramenti, frutto della divina redenzione. La missione di Cristo, degli apostoli e della chiesa è la stessa e identica: la salvezza delle anime, la salvezza del mondo infedele. E questo è il più grande dei problemi che bisogna risolvere subito, perché tutti i popoli hanno diritto alla redenzione. Gesù Cristo ha detto di voler chiamare al suo ovile tutte le pecore, che sono ora sbandate sulla faccia della terra; non solo questo o quel popolo, ma tutto il mondo. Dal suo cuore divino egli fa di continuo uscire un'onda di grazia per purificare e santificare tutta l'umanità.
Beato Guido Conforti
Essenziale, tutti, subito! Chi non sente in queste parole la passione del beato Guido per l'annuncio del vangelo?
È la stessa passione di Gesù quando “vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse: la messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate il Padrone della messe che mandi operai” (Mt 9,36-37).
Si fa forte e impellente l'altro imperativo - “io devo!” - che viene direttamente dal Padre: “Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”. Imperativo che porta Gesù a offrire la vita per le pecore, per amore e in libertà: sono sue , gliele ha affidate il Padre (cf Gv 10,11ss).
Questa catena d'amore che parte dal Padre, non si ferma al Figlio; continua con gli apostoli: “come il Padre ha mandato me, così anch'io mando voi” (Gv 20,21). E dagli apostoli alla chiesa: la stessa missione, lo stesso imperativo, gli stessi metodi per tutta la comunità cristiana e per ciascun battezzato.
“Tutti, nessuno eccettuato! Nessuna energia si disperda, ma tutte si uniscano in una concorde ed efficace azione per il pieno avvento del regno di Dio nelle anime, da lui redente”, insiste il beato Guido.
Non perde occasione per richiamare questo dovere fondamentale: “Il Papa, con voce commossa, ha detto che stende la mano a tutti i fedeli chiedendo l'obolo per i poveri missionari. Nessuno, dunque, lo ricusi. Se non possiamo rifiutare la nostra carità all'ultimo dei fratelli, che supplichevole a noi si rivolga, tanto meno possiamo rifiutarla a Cristo, che nella persona del suo vicario implora il nostro aiuto per i continuatori della sua opera di redenzione su questa terra. Con l'eloquenza del fatto, dimostrino al mondo scettico quanto generosa e forte sia la fratellanza che fiorisce all'ombra della croce di Cristo”.