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Il campo missionario a Scampia

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Dal 28 dicembre 2022 al 4 gennaio abbiamo vissuto il campo invernale insieme a 16 giovani provenienti da tutta Italia. Si è svolto a Scampia ed abbiamo lavorato con i bambini dei campi Rom di Napoli nord. Eravamo accompagnati dai missionari Simone e Raffaele (fratello delle scuole cristiane).

L’inizio è stato difficile. Siamo arrivati direttamente al campo di via Carrafiello. Vedere l’immondizia ovunque, i bambini sporchi e non scolarizzati ci ha colpito. Il primo giorno li abbiamo portati al circo e si son dati da fare per mostrare tutto il loro ‘entusiasmo’. I responsabili del circo, però, ci hanno chiesto di non tornare. Il secondo giorno abbiamo ricevuto una telefonata che ci annunciava l’inumazione della piccola Gregoria, morta all’età di sette mesi. Alla sera, alla condivisione, prevalevano sentimenti di amarezza e scoraggiamento: “Che cosa siamo venuti a fare qui?”. Troppo dolore nell’assistere un’umanità che va a pezzi.

Ma il Signore preparava un futuro migliore: le interessanti testimonianze del mattino, l’unità e l’aiuto reciproco tra i ragazzi, l’amicizia che pian piano nasceva con i bambini Rom delle varie famiglie. Alla fine, si è rivelato un campo magnifico. Abbiamo versato tante lacrime alla partenza da Napoli. Ecco la testimonianza di due giovani.
“Mi sono chiesta a lungo dove dimorassi, in quale parte del mondo ti stessi nascondendo, dove ti piacesse stare. Ero sicura di trovarti in un luogo povero, agli estremi confini del mondo e infatti non mi sbagliavo. Tu hai scelto una capanna e la povertà. Io ti incontro oggi in una baracca e nella povertà nella quale ancora tu ti mostri e sei presente. Tu sei PRESENTE perché sei dono per chi ti cerca. Ora che ho trovato la baracca in cui ti nascondi, mi fa male perché mi chiedo come sia possibile che il mio Dio scelga di dimorare in mezzo all’immondizia e allo sporco, nel freddo e nel buio. Tu hai scelto da sempre questo posto. Sono venuta a trovarti e non voglio andarmene ora che ti ho incontrato. Posso vivere con te? C’è un posto piccolo anche per me qui? In questi giorni io ero davvero felice. Come mai prima” (Benedetta - Novara).

“Sono arrivato con l’intenzione di dare, e invece mi rendo conto che ho ricevuto molto di più. Basti pensare ai sorrisi dei bambini quando li abbiamo portati al circo, delle donne e delle sorelle di Madre Teresa che a capodanno hanno ballato e cantato insieme a noi, alle testimonianze di donne e uomini che hanno fatto della loro vita un insegnamento per gli altri. Se vuoi vivere in mezzo alle persone sporche, devi sporcarti anche tu. Perché non puoi amare qualcuno se non diventi come lui. Così, noi non possiamo amare Dio se non ci facciamo ultimi. Ho sperimentato in prima persona il vangelo dei poveri. Loro amano in modo diverso da noi” (Andrea - Parma).

Queste parole esprimono ciò che abbiamo vissuto. Ringrazio il Signore per l’intensità con la quale abbiamo respirato la comunità e la missione. Spesso, attribuiamo ai giovani una certa mollezza ed incapacità di uscire da sé per donarsi. Sono la generazione “schermo piatto”. Questo campo invernale a Scampia ci ha mostrato che è sufficiente offrire loro una occasione perché si donino e lo facciano totalmente.



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