Il callo al dito a forza di scrivere
La stampa a servizio della missione
Uscendo di casa, incontro un uomo vestito in nero. Mi riconosce e mi saluta. Dopo un breve scambio di parole, anch'io lo riconosco. E' il signor Das, un avvocato hindu. Una sera era venuto a ringraziarmi perché avevo stampato in lingua bengalese i documenti del Vaticano II. Non so come lo avesse saputo. "Tra quelle pagine, ho trovato parole che mi hanno toccato profondamente, specialmente sulla famiglia e sulla comunità dei popoli", mi aveva detto.
Il signor Das fa parte del Brahmo Somaj, un movimento spirituale hindu. Ha acquistato un terreno in campagna, per costruirvi un centro di preghiera e di dialogo interreligioso. Cita a memoria alcune frasi - guida che ha trovato tra i miei scritti in bengalese. Mi incoraggia a continuare a scrivere.
Ho ripreso a scrivere
Da un anno ho ripreso a scrivere libri in bengalese. A forza di scrivere, sul mio dito medio si è formato un callo. Non so se potrò presentarlo come credenziale per entrare nel regno dei cieli... So bene che i poveri del Bangladesh non si accontentano di parole dette, e ancor meno di parole scritte. Chi sa leggere e scrivere è ancora un piccolo gruppo di privilegiati.
Scrivo perché questo popolo ha il diritto di conoscere Gesù Cristo e il suo vangelo; ha il diritto di conoscere la testimonianza cristiana.
Sono già usciti sette volumetti: l'enciclica Novo Millennio Ineunte; Il messaggio spirituale del beato Conforti; Lettera del Papa sul "Rosario della beata Vergine Maria; Breve storia di Gesù Cristo; Santi dell'Asia; Catechesi eucaristica ai bambini; Maria madre delle riconciliazioni.
Il vento dello Spirito fa volare le pagine
Grazie a Dio, ho con me un valido collaboratore bengalese che si è buttato con entusiasmo nell'impresa di offrire, in lingua bengalese, il messaggio di Gesù a tutti: cristiani, musulmani, hindu. La nostra stanzetta di lavoro sta diventando un punto di riferimento per chi cerca l'acqua buona che soddisfa la sete di meditazione e di studio sul cristianesimo.
C'è chi mi provoca con la domanda: "Ma vale la pena fare tanta fatica e tanta spesa, quando i lettori diminuiscono?" E' una domanda che mi pongo io stesso, ma come tentazione da scacciare. I figli delle tenebre non dormono. So che le opere del regno di Dio sono molteplici, e così pure le strade per raggiungere il cuore dell'uomo, che non si sazia solo con il pane o il riso.
Qualche volta penso di essere come un prodigo seminatore che ha la fortuna di non sapere dove cadrà il suo seme. Sono convinto che il vento dello Spirito gioca anche con le pagine scritte: le fa volare e posare dove vuole. E così non riesco a trovare una buona scusa per sottrarre la mia mano dalla fatica dello scrivere, anche se ormai risente di qualche reumatismo... Anzi, vorrei che tutti i bengalesi, così abili nel parlare, diventassero altrettanto abili nello scrivere.
Beati gli affamati della Parola di Dio
In Bangladesh c'è una porta aperta alla Parola di Dio. La Parola corre con il cuore, le mani e i piedi dei testimoni, ma anche sulle strade dei mezzi di comunicazione.
Sono contento che anche in Italia tanti amici capiscono l'importanza di questo apostolato e ci sostengono. Il piccolo "Gruppo del vangelo", ad esempio, si è auto tassato affinché anche il Bangladesh abbia la sua Bibbia in CD: la "Bibbia del Giubileo", tradotta dal p. Carlo Rubini. Gli "Amici della busta" si sono impegnati a sostenere piccoli progetti di evangelizzazione, come quelli portati avanti dal Centro catechistico e sociale di Jessore, per il quale svolgo la mia attività editoriale.
Attualmente sono alle prese con un vasto commento al vangelo di Luca che, più degli altri, è vicino alla sensibilità religiosa di questo popolo bengalese. Io cerco di seminare. Non so chi raccoglierà il seme di questa Parola. Ma so che, se sarò fedele, un giorno sentirò dirmi: "Avevo fame di Parola di Dio e mi hai dato da mangiare".
La preghiera dello scrittore evangelico
Signore, per me sarebbe più gratificante darti un po' di riso da mangiare. Perciò benedico coloro che compiono quest'opera di misericordia.
Ma tu non lasci tranquilli coloro che hanno lo stomaco pieno, come con lasci tranquilli coloro che tu invii perché parlino... e scrivano nel tuo nome.
Tu sei innamorato dell'umanità e vuoi che gli uomini e le donne si innamorino di te e del tuo messaggio. Anche il mio piccolo servizio ha solo questo grande scopo.
Lo metto nelle tue mani, perché porti il frutto da te sperato. Amen.