I miei 200 amici a Kindu
Durante il Coronavirus, a Kindu come altrove, eravamo bloccati. Solo il telefono mi metteva in relazione con i alcuni giovani amici. Molti di loro li conoscevo da tempo. Avevano seguito il catecumenato personalizzato, erano stati battezzati qualche anno fa. Conservavo i loro nomi e i numeri di telefono; di molti ricordavo anche il volto. Ciò nonostante, ogni giorno, potevo accogliere individualmente altri nuovi amici, di tutte le religioni. Per il lavaggio delle mani, avevo inventato un piccolo gioco a tre tappe, per rendere simpatico il gesto e sdrammatizzare la paura del Coronavirus. In un quaderno, scrivevo nomi e qualche appunto. Sono arrivato a duecento persone! Regalo loro un fascicoletto di 20 facciate (“Le pietre parlano del Vangelo, per credere”) con foto dei diversi luoghi della Terra Santa che ricordano vita, miracoli e predicazione di Gesù. È una sintesi del Vangelo. Preghiamo reciprocamente l’uno per gli altri. Emoziona sentire un musulmano che prega per te cristiano e missionario o un giovane analfabeta che prega con parole semplici che escono dal cuore. L’amicizia è consacrata nella preghiera per ciascuno dei miei 200 amici. Al separarci vedo la gioia che brilla nei loro occhi. Qualcuno di loro ha già cominciato il Catecumenato personalizzato per prepararsi al Battesimo. E la storia ricomincia.