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I cedri alti della missione, Un nuovo stile di vita...

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Un giorno, un pensionato ha passato il pomeriggio nel parco del nostro centro di spiritualità missionaria. Erano giorni ardenti, in cui la calura inaridiva l'erba. Si è addentrato insieme con la nipotina lungo i viali ombreggiati.

Mi stupì la competenza con cui egli elencava alla nipote il nome degli alberi. Giunto presso i famosi cedri, fece schioccare la voce: "Questi cedri sono l'immagine della missione. Stanno qui da 500 anni; dal tempo in cui Cristoforo Colombo scoperse l'America, dal tempo in cui san Francesco Saverio fece il giro del mondo per portare il vangelo fino in Giappone. All'epoca della rivoluzione francese, quando i parigini rimpiazzavano la statua di "Notre Dame" con l'effige della "dea ragione", questi cedri avevano già radici profonde. Rovesci e bufere, gelo e calura, nulla ha impedito a questi giganti del tempo di estendere i loro rami maestosi, sempre vogliosi di generare nuovi germogli di vita". Così si espresse il nostro ospite pensionato!

La gioia di fare il bene

Cari amici, è proprio vero! La missione opera nell'orizzonte della nostra conoscenza. E, allora, intercettiamo segni e appelli per le scelte del nuovo anno pastorale. In comunità siamo dieci saveriani, impegnati a servire le comunità parrocchiali, a seguire gruppi e famiglie. Anche noi ci sentiamo solidali con il destino della gente, che vede venir meno tanti legittimi desideri. La situazione economica produce cambiamenti anche per noi missionari.

Per decenni, la sensibilità di molte persone ci ha aiutato a fare la missione, senza essere condizionati da preoccupazioni economiche. La generosità di tanti amici ha dato vita a progetti e campagne di solidarietà nelle giovani chiese di missione. Ora sentiamo dispiacere per le persone che si vedono costrette a privarsi della gioia di fare del bene per le missioni.

Lo sguardo oltre i bilanci...

Alla fine dell'estate ci siamo incontrati per programmare la nostra vita comunitaria e le nostre attività pastorali. Abbiamo deciso, anche noi missionari, di misurarci con un nuovo stile di vita, più austero. Sarebbe comunque una iettatura se ci fermassimo a guardare soltanto i bilanci, se ci privassimo di uno sguardo circolare, a 360 gradi.

La crisi economica condiziona pesantemente la vita di molti concittadini. Ma è altrettanto vero che non basta da sola a esaurire la spinta della missione che Gesù Risorto ha affidato alla chiesa. La missione è fuoco, è acqua viva; s'identifica con il desiderio di generare, presente in ogni battezzato.

"Là c'è la Provvidenza!"

In questi giorni abbiamo rivolto il nostro sguardo anche al passato e abbiamo ricordato che la nostra congregazione è nata nella povertà. Basta pensare che per sfamare i giovani missionari l'economo della casa madre di Parma era costretto a vendere oggetti che i saveriani inviavano dalla Cina per allestire il museo etnografico della congregazione.

Abbiamo ricordato soprattutto la saggezza con cui san Guido Conforti, in tempi ancora più difficili, sapeva tenere aperti gli occhi dei suoi missionari sui contenuti fondamentali e sull'orizzonte della missione, sul compito che i missionari hanno di educare gli altri cristiani a una fede missionaria. Scriveva: "Quando avete il necessario per vestirvi e per il cibo, non preoccupatevi... La provvidenza di Dio assicurerà il resto. Inoltre, ogni missionario è testimone della dignità con cui la gente dei paesi poveri gestisce situazioni estreme di miseria...".

I tre "patti" dei saveriani di Tavernerio

Per tornare allo stile di vita che ci proponiamo di varare quest'anno, presento anche a voi, cari amici, tre patti che noi saveriani abbiamo fatto.

Primo patto: Non trascurare nulla di ciò che ci porta a contagiare tutti gli uomini con la buona notizia che Dio è Amore, Dio è misericordia, Dio è la casa di tutti, Dio è la famiglia di tutti.

Secondo patto: Nulla ci può impedire di fare un passo avanti sulla strada della santità che san Guido Conforti ha inaugurato, contemplando il costato trafitto di Gesù in croce.

Terzo patto: Dare spazio alle persone che incontriamo, imparare da loro la gioia che gustano quando tentano di rendere missionaria la propria fede. Quanto sono luminosi gli occhi di chi esprime la forza dei piccoli gesti di attenzione verso il prossimo: una forza che salva il mondo! E poi ci è venuto in mente... quanto sarebbe bello se l'accoglienza che offriamo ai gruppi nel parco del nostro centro di spiritualità, desse vita a un "forum" dove la missione cresce nell'ascolto vicendevole, "da cuore a cuore".

  • Cari amici, diamoci una mano.

La crisi economica diverrà opportunità per scoprire i punti indiscutibili della missione. Anche il vescovo san Guido Conforti, insieme ai primi missionari, aveva trovato garanzie ricordando un principio che piaceva tanto ai primi cristiani: "il fratello aiutato dal fratello è come una torre fortificata".



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