Guardare in alto…
Pubblichiamo questo contributo che ci è arrivato dal Centro missionario diocesano di Novara (che ringraziamo), con cui i saveriani, in passato, hanno collaborato. Ancora oggi essi si recano in diocesi per alcune giornate missionarie durante l’anno. Ci auguriamo possa essere l’inizio di un nuovo percorso.
Era il 19 ottobre 1967, quando don Carlo Masseroni arrivò per la prima volta a Bujumbura. Da quel giorno tanti nostri missionari si sono succeduti fino ad oggi in Burundi. Don Massimo Minazzi ci ha appena inviato un ricordo di questi lunghi anni di permanenza dei nostri “fidei donum” in quel Paese africano. Lo trovate sotto in sintesi. È una storia di mezzo secolo di dedizione, servizio, sostegno e fraternità a questa chiesa sorella.
Siamo chiamati a fare tesoro di questo ricordo e non mancheremo di valorizzare il traguardo raggiunto, rilanciando l’impegno e l’ardore missionario che questi nostri cari amici hanno profuso in quel Paese, per anni dilaniato da odi e guerre. Un sincero grazie a don Massimo per averci ricordato tutto questo e per gli ultimi anni, nei quali ha vissuto il servizio presbiterale verso i più fragili e indifesi.
“Noi abbiamo deciso di ripartire dalla missione”. Così il vescovo ha deciso di intitolare il suo intervento in occasione della veglia missionaria. È un impegno che egli ha preso per tutta la chiesa diocesana, nel consegnare il crocifisso a don Fabrizio e a don Nur, partenti per il Ciad. E vi assicuro che, oltre alla veglia missionaria, l’aver ascoltato, nel pomeriggio del 21 ottobre, nuove esperienze di giovani che hanno vissuto un periodo di servizio e prossimità durante la scorsa estate in terra di missione, non ha fatto altro che confermare che il “fuoco della missione è ancora acceso”.
Ecco perché ho pensato di inserire un’immagine carica di simbologia e speranza, che ci invita a guardare “oltre” e “lontano”, soprattutto a guardare “in alto”. Questa è la chiesa missionaria: una chiesa che guarda con speranza al futuro e decide di ripartire senza paure e senza sconti, ma con la voglia di “andare e annunciare il vangelo a tutte le creature”.