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Fischietto, pallone e vangelo

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La missione di padre Salvadori in Congo

In Congo lo chiamano "Roberto Baggio, Maradona, Ronaldo", ma il suo nome vero è Roberto: padre Roberto Salvadori, nato a Cittadella di Padova, 36 anni appena compiuti. E il pallone è sempre stata la sua passione. 
È il primo di cinque figli di papà Angelo e mamma Bertilla.

Il papà, di professione muratore, sognava di poter insegnare il mestiere anche al figlio. "Ci sapeva fare con i mattoni e la cazzuola, nonostante fosse mancino, racconta papà Angelo. Durante le vacanze, veniva ad aiutarmi volentieri... Ma poi ha preso tutt'altra strada, e l'abbiamo lasciato andare".

Padre Roberto ha veramente preso una strada diversa: fa missione con il pallone da calcio. Non si tratta solo di una passione… giovanile; lui evangelizza con il pallone, sui campi polverosi della sua missione a Bukavu, in Congo.

Un campo estivo per 2.500 ragazzi

Un esempio. Durante le ultime vacanze di scuola, padre Roberto ha organizzato "la colonie des vacances". Dalle sette di mattino fino alle due di pomeriggio, la missione ha ospitato ben 2.500 ragazzi, dai sette ai 15 anni. Una moltitudine! E p. Roberto, se non ha un pallone in mano o sul piede, ha certamente un fischietto al collo. Con suor Eugenia e con 170 educatori, ha coordinato le attività ricreative e culturali durante tutto il mese di luglio.

Durante "la colonie des vacances", i ragazzi hanno visto film, hanno fatto attività di riflessione in piccoli gruppi, hanno pregato, cantato e danzato in chiesa; hanno soprattutto partecipato ai tornei di calcio. "Anche le ragazze, esclama p. Roberto con un pizzico di orgoglio, hanno giocato a calcio e le loro partite sono state arbitrate da un'educatrice". Nella missione di p. Roberto gli arbitri sono stati tutti formati alla scuola di arbitraggio, che lui stesso organizza.

I diritti dei bambini: "Basta con la guerra!"

"Dovevamo tirare via questi ragazzi dalle strade e offrire loro degli spazi e tempi per farli socializzare, giocare e riflettere sulla pace. L'educazione e il gioco fanno parte dei diritti dei bambini; purtroppo in questi anni passati la guerra ha tolto loro questi diritti". C'è guerra in Congo dal 1998 e le vittime sono almeno 3 milioni e mezzo.

"Ciò che mi ha colpito di più nell'ultima "colonie des vacances" sono state le lettere che i ragazzi hanno scritto al governatore di Bukavu e agli ufficiali militari" - lo sguardo di p. Roberto ora si fa serio - "chiedendo loro, con parole chiare e decise, di non arruolare mai più bambini soldato nell'esercito! Basta violentare i bambini! Basta sfruttare i ragazzi per uccidere e rubare!".

Mi sono subito venute in mente le parole del vangelo (Luca 17, 2-3): "Se qualcuno scandalizza uno di questi piccoli , sarebbe meglio per lui essere gettato in mare con una grossa pietra legata al collo! State bene attenti".

Padre Roberto ha un sogno: quello di costruire un centro sportivo decente nella missione di Cahi, alla periferia di Bukavu. Si è già messo al lavoro, insieme ai giovani, per spianare una collina e farci un bel campo da gioco. "Da sempre, considero lo sport come un canale privilegiato per educare e formare i giovani. Lo scorso anno ho organizzato 15 tornei di calcio per bambini e ragazzi, giovani e adulti. Vi hanno partecipato più di 1.500 giocatori".

Cosa dicono le mamme

Mamma Bertilla è un po' preoccupata: da bambino, Roby aveva avuto attacchi di asma e ogni tanto gli ritornano. "Sarebbe meglio che non giocasse più; e tutta quella polvere non gli fa certamente bene!" - suggerisce la mamma. È il suo cuore che parla; e ha ragione…

Nello stesso tempo, mi pare di sentire le benedizioni che le mamme di tutti quei 2.500 bambini hanno indirizzato a padre Roberto e a sua madre, perché lui, Roberto Baggio, Maradona, Ronaldo ha preso veramente a cuore la sorte dei loro figli.



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