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“Fidei donum” del Friuli /2: "Missione gratificante per tutti"

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Don Pietro è originario di Lavariano e lavora in Brasile come “fidei donum”

Erano gli anni del concilio Vaticano II. I vescovi dell’America latina frequentavano i seminari italiani facendo appello per un servizio temporaneo nelle loro chiese, povere di clero. C'era bisogno di un’azione pastorale di liberazione da tante ingiustizie e di solidarietà reale con i poveri del mondo.

Era un progetto che rispondeva ai miei ideali e a quelli di tanti giovani religiosi, preti e laici di quel tempo. I vescovi d’Italia, accogliendo con sensibilità l’appello di quelle chiese, davano la possibilità a tanti di prepararsi, organizzarsi e partire, sempre sostenuti dalle diocesi di origine. Anch’io, dopo alcuni anni di servizio a Udine, sono partito per il Brasile, aggiungendomi ad altri sacerdoti diocesani che già si trovavano in quella nazione.

Un bel lavoro di squadra

Dopo tanti anni vissuti con il popolo brasiliano, mi sento parte della sua storia. Inserirsi in un contesto ecclesiale diverso e in un ambito socio-culturale nuovo è sempre una sfida per un sacerdote “fidei donum”. Dura tutta una vita, perché non si ama mai abbastanza. Qui mi sento bene e realizzato in tutti i sensi. Vivo e lavoro nello stato del Cearà, nel mondo contadino, dove ospitalità e accoglienza, rispetto e riconoscenza, solidarietà e religiosità sono valori ancora presenti.

La diocesi di Crateùs è in una regione molto povera del nordest brasiliano. Con la figura profetica di mons. Antonio Fragoso, ha preso la strada della pratica liberatrice, aiutando la gente a diventare cosciente dei suoi diritti e della sua dignità. I laici, attraverso le comunità di base rurali e urbane, svolgono un servizio ecclesiale con grande senso di responsabilità. Le assemblee parrocchiali e diocesane sono sempre composte da laici, sacerdoti, religiosi e vescovo, in un unico progetto di pastorale.

Chiesa a servizio della vita

Una forte e costante tensione missionaria porta la chiesa locale a scoprire le necessità prioritarie e a tentare l’incontro diretto, propositivo e fraterno. La liturgia, che celebra la fede e la Parola di Dio, è sempre vivace e ispiratrice di risposte alle situazioni concrete. Infine l’azione pastorale si riassume nel suo obiettivo generale: “essere chiesa a servizio della vita, segno e annuncio del Regno, a partire dalla realtà degli esclusi”.

Servire il regno di Dio è un privilegio. Scoprire la sua bellezza, nascosta negli uomini e donne di oggi, e aiutarli a portarlo sempre di più alla luce, è una missione gratificante per di tutti.



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