Festa del patrono Saverio a Taranto
Le buone tradizioni continuano. Così anche quest’anno i missionari saveriani di Lama hanno festeggiato il loro patrono san Francesco Saverio. È un anno particolare: ci introduce nel 25.mo della nostra presenza a Lama (estate 1989).
Uniti nella stessa missione
Per condividere questa gioia con noi, insieme ad altri amici, abbiamo invitato i parroci della nostra vicaria. Come segno della comunione con la diocesi, erano presenti il direttore del centro missionario don Ciro Santopietro e il vicario generale don Alessandro Greco.
Non eravamo molti, a causa dei lavori in corso in una parte della casa saveriana, ma la fraternità ha riempito tutti gli spazi. L’Eucaristia, presieduta da don Alessandro, ci ha fatto sentire più fratelli, impegnati nell’annunciare il vangelo di Cristo, ognuno nel proprio posto di apostolato.
Un’iniezione di fiducia
Le parole del vicario generale ci hanno resi orgogliosi. Ha ricordato che era presente fin dall’arrivo dei missionari nel 1980 in via Mazzini e poi in via Pisa. Aveva accolto anche le saveriane (1982-1989) nella sua parrocchia. Ha insistito molto sul fatto che la presenza di un istituto missionario è molto importante per la diocesi.
“I missionari non devono sostituire i parroci, ma rendere visibile e concreta l’ansia missionaria della chiesa”.
Don Alessandro ha messo in evidenza che il loro lavoro (con incontri settimanali, ritiri mensili, campi estivi, veglie missionarie, movimento giovanile missionario…) ha risvegliato l’animazione missionaria della diocesi e ha fatto sì che venissero ripresi i contatti con le missioni e con i missionari nel mondo.
Una presenza carismatica
Il grazie sincero del vicario generale ci ha spronato a continuare con più entusiasmo il nostro servizio.
Ci ha ricordato ancora che la nostra presenza non è funzionale, ma carismatica.
E ci ha confidato che, avendo lavorato molto nel settore missionario a livello diocesano, regionale e nazionale, si è sentito aprire gli orizzonti sul mondo intero.
Poi, come consuetudine, abbiamo condiviso “i pani e pesci”, in gioia e letizia. La fraternità è diventata ancora più concreta ed è stato bello viverla nella semplicità.