Skip to main content
Condividi su

Eritrea: ospedali chiusi. Anche l’ultimo ospedale cattolico è stato chiuso. Venerdì 5 luglio, le suore che gestivano la struttura di Zager, vicino ad Asmara, sono state allontanate con la forza. Nelle ultime settimane, 22 ospedali e cliniche cattoliche sono stati chiusi. Questa ondata di requisizioni sembra una risposta del regime di Afeworki alle critiche della chiesa al suo governo. Nelle loro lettere pastorali, i vescovi hanno chiesto profonde riforme politiche nel Paese che, attualmente, non ha una Costituzione e non ha mai organizzato elezioni presidenziali e legislative. Il governo ha ribattuto che le chiusure sono in linea con le norme introdotte nel 1995, che limitano le attività delle istituzioni religiose.

  • Liberia: crisi e proteste. Il 7 giugno, la Liberia è stata scossa da un’imponente manifestazione anti-governativa. Migliaia di persone sono scese in strada a Monrovia per protestare contro l’aumento della povertà, dell'inflazione e della corruzione sotto l’amministrazione del presidente George Weah. Pochi mesi dopo il suo insediamento, l’ex calciatore ha realizzato un lussuoso complesso privato di 41 unità immobiliari (1 milione di dollari) grazie a oscuri finanziamenti e ha ristrutturato alcune sue vecchie case. Più in generale, il malcontento deriva dalla scelta di Weah di rimanere ancorato all’establishment passato che ha impedito di creare sviluppo e una salda democrazia in Liberia. E le promesse di rilanciare l’economia, creare posti di lavoro e sradicare la corruzione sembrano utopia (Marco Cochi).

  • Congo RD: è urgente... I vescovi congolesi riconoscono al neo-presidente Tshisekedi alcune aperture, ma ancora troppo poco si fa contro il fenomeno dilagante della corruzione che coinvolge molti settori. Inoltre, si può parlare di fallimento dell’economia nazionale, che vede numerose famiglie nell’indigenza e “migliaia di persone, tra cui un numero impressionante di bambini, vivere in una grave insicurezza alimentare. La stessa MSF (Medici senza frontiere) chiede una risposta umanitaria urgente per far fronte alle emergenze dovute allo sfollamento provocato da violenze diffuse e al propagarsi di malattie come l’ebola e il morbillo. I vescovi, inoltre, definiscono inaccettabile la presenza di gruppi armati stranieri che si installano, addestrano e commettono crimini. Tutto fa pensare che continui il piano di balcanizzazione del Paese. Serve una vera svolta nella gestione del Paese.
  • Migranti: più fronti aperti. Irruzioni e arresti di massa di gruppi di migranti stanno aumentando vicino al confine meridionale del Messico, spingendo le persone a spostarsi clandestinamente. Il rischio è diventare vittime di reti criminali di trafficanti e di non aver accesso alle cure mediche, avverte MSF. Le nuove leggi statunitensi costringono queste persone ad attendere l’esito della loro domanda in Messico. A Tripoli, in Libia, dopo l’orribile bombardamento nel centro di detenzione di Tajoura, la situazione è insostenibile. Per ciascuna persona evacuata o ricollocata quest’anno, un numero doppio di persone è stato forzatamente riportato in Libia dalla guardia costiera libica, sostenuta dall’Unione Europea. Oggi più che mai serve un’urgente ed immediata evacuazione dalla Libia di tutti i rifugiati e migranti rinchiusi nei centri. La Libia non è un porto sicuro!
  • Filippine: una chiesa missionaria. “Lotta alla povertà, impegno per la giustizia e la pace, promozione dei diritti umani e formazione spirituale”. Sono le principali sfide che la chiesa cattolica affronta nelle Filippine secondo quanto ha riferito all’Agenzia Fides p. Fabien Kalehezo, consigliere generale dei saveriani e per anni missionario a Manila. “Più del 10% della popolazione filippina attiva adulta vive e lavora all'estero”. Da molti anni l’impegno dei saveriani si concretizza attraverso progetti di micro finanza a sostegno delle famiglie più povere. La collaborazione con la chiesa locale, inoltre, si esprime anche con varie attività nei settori di giustizia, pace e dialogo interreligioso: “Cerchiamo di aiutare la chiesa a diventare missionaria tra i popoli”. La celebrazione dei 500 anni di evangelizzazione delle Filippine, nel 2021, sarà un’occasione importante per riflettere sul senso di essere cristiani.
  • p.6 Widodo JokoIndonesia: presidente confermato. Le recenti elezioni presidenziali e legislative si sono rivelate le più impegnative della nazione, dal momento che centinaia di membri del comitato elettorale sono deceduti per l’eccessivo carico di lavoro. È stato riconfermato presidente Joko Widodo. I vescovi hanno invitato ad accettare il risultato e chiedono agli eletti di tutelare sempre il bene comune e la giustizia sociale.

L’iniziativa

Amazzonia: verso il sinodo

È stato pubblicato l’Instrumentum laboris per il Sinodo dei vescovi, convocato da papa Francesco e dedicato alla regione Pan-Amazzonica (“Amazzonia: nuovi cammini per la chiesa e per un’ecologia integrale”), che si terrà dal 6 al 27 ottobre a Roma. È frutto di un lungo cammino che ha compreso un ampio sondaggio tra le comunità amazzoniche. L’Instrumentum si compone di tre parti. La prima (La voce dell’Amazzonia) presenta territorio e popoli. La seconda (Ecologia integrale: il grido della terra e dei poveri) raccoglie la problematica ecologica e pastorale. La terza (Chiesa profetica in Amazzonia: sfide e speranze) affronta la problematica ecclesiologica e pastorale. Il documento è strutturato sulla base delle tre conversioni a cui papa Francesco ci invita: pastorale (Evangelii gaudium); ecologica (Laudato si’); sinodale-ecclesiale (Episcopalis Communio). Intanto in Amazzonia, non si fermano deforestazione, violenze e omicidi legati ai conflitti agrari.

La voce dei missionari

I paradossi di una politica escludente
FESMI, CIMI, SUAM, GPIC

p.6 migranti libiaAbbiamo assistito con tristezza al modo irresponsabile in cui l'odissea di 42 persone salvate nel Mediterraneo è stata nuovamente trasformata in una vicenda che banalizza la questione delle migrazioni, di cui noi missionari e missionarie siamo quotidianamente testimoni oculari nei Paesi dove lavoriamo. Piuttosto che cercare soluzioni, in Italia si preferisce esasperare toni e situazioni. Come istituti e testate missionarie continuiamo a raccontare i drammi da cui ha origine l’odissea di chi parte in cerca di un futuro oggi negato in troppe parti del mondo. Esprimiamo preoccupazione per il clima di forte ostilità verso il soccorso in mare. Ma, soprattutto, non si può accettare che venga proposto a modello di gestione efficiente della questione migratoria l'indifferenza di fronte alla disperazione di persone lasciate senza un porto sicuro d'approdo. Mettere il loro destino prima del proprio è l’essenza del Vangelo. Le vicende della Sea Watch 3, e non solo, rivelano i paradossi di una politica che trasforma le migrazioni in un argomento su cui gridare, anziché provare a elaborare risposte realiste. Una politica che sbandiera la ricetta dei porti chiusi, ma li lascia aperti per chi li raggiunge grazie a trafficanti di persone che continuano a fare affari. Il 10 dicembre 2018 ben 192 Paesi hanno firmato un “Patto globale” promosso dall’Onu per gestire le migrazioni in modo sicuro e ordinato. L’Italia non lo ha ancora sottoscritto. Perché? Quali alternative propone al di là degli slogan sulla “difesa dei confini”? Chi parlava di “aiutiamoli a casa loro”, cosa sta facendo in questo senso, oggi che è al governo?

L’opinione

I nuovi africanisti

L’Africa si ritrova, forse per la prima volta dal dopoguerra, al centro dell’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Per tanti anni gli operatori dell’informazione, rimasta sempre di nicchia, hanno reclamato una maggiore considerazione per questo continente. Ora è arrivata, ma solo per temi legati all’emigrazione. Si parla di oltre 4000 notizie sugli immigrati nei tiggì dei primi dieci mesi del 2018 (il 10% in più del 2017). Gli spunti per i titoli e le notizie sono quasi sempre di carattere emergenziale. Gli “africani” e i “neri” hanno acquisito un rilievo crescente sostituendo, nell’immaginario, l’invasione islamica. E non è tutto. Ultimamente, spuntano “esperti” d’Africa che hanno capito tutto e puntano con sicurezza il dito sulle cause (delle migrazioni, beninteso). Sì, il silenzio sull’Africa è stato rotto. Purtroppo, nel peggiore dei modi, con falsità o mezze verità. E gli africani sono diventati, una volta di più, vittime e non soggetti di polemica politica e di una comunicazione miope e irresponsabile.
Pier Maria Mazzola (Africa n° 2-2019)



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2418.23 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Settembre 2007

L'icona della missione, Intervista a Donna Lidia /2

Donne solidali con i missionari Continua l'intervista... immaginaria a Lidia, la donna intraprendente di Filippi. Eravamo rimasti al fiume, dove l...
Edizione di Luglio/Agosto 2003

Chi sono i laici saveriani

Da qualche anno a questa parte, vari gruppi di laici desiderano condividere il carisma missionario del beato Conforti, per viverlo nello stato di v...
Edizione di Agosto/settembre 2020

Donaci il tuo 5 per mille!

Ospitiamo volentieri la lettera di p. Virginio ed Eleonora, dell’associazione “Missionari Saveriani Onlus” che informano i lettori sulla possibilit...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito