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Fare del mondo una famiglia

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Tra le memorie confortiane, a Parma, è conservata una foto del 1895 con l'intera famiglia Conforti. Al centro sul letto, le spoglie di papà Rinaldo; attorno, il giovane don Guido, le tre sorelle, il fratello Ismaele e mamma Antonia, che aveva voluto vestire la salma del marito in una foggia che richiama il mondo garibaldino. In quella foto sembra essere fissato il clima che si viveva nella città ducale di Parma agli esordi dell'unità d'Italia.

Il treno e la grande torre

Ma nella formazione del giovane Guido avevano trovato risonanza anche altri eventi, come la realizzazione della rete ferroviaria, che proprio in quegli anni andava collegando i paesi del continente europeo. Nel 1880, quando san Guido aveva quindici anni, treni con carrozze di prima, seconda e terza classe spostavano in breve tempo i passeggeri nei luoghi più lontani.

Nel nord Europa la gente vedeva quanto il treno fosse più veloce dei barconi trascinati dai cavalli. Al sud era stato scavato un tunnel sotto il Frejus per unire Francia e Italia. Ovunque si diceva che il trasporto su rotaia avrebbe favorito il commercio. E poi, i contadini che avevano abbandonato le campagne per un lavoro retribuito, e il sorgere di associazioni sindacali a difesa dei diritti dei lavoratori...

La gente aveva la sensazione di vedere ovunque tracce di una nuova fraternità, che avvicinava popoli e stati divisi da interminabili secoli di guerre. Simbolo della fratellanza tra i popoli era la torre Eiffel: 7.300 tonnellate di ferro, drizzato in piedi a un'altezza di 312,27 metri. Era stata costruita come porta d'accesso  alla famosa esposizione internazionale di Parigi del 1894, ed era il simbolo della fraternità universale che nasce dai diritti umani, dalla scienza e dall'industria dell'acciaio.

Lo Spirito e le vicende umane

Tutti questi fatti ed emozioni si erano sedimentati nella personalità del piccolo Guido. E forse non fu per pura coincidenza che il giovane don Conforti fondò il "seminario emiliano per le missioni" nel 1895, l'anno in cui l'Europa inaugurava l'era della fraternità universale. È più vero credere che lo Spirito Santo, Signore della storia, lo aveva riservato per una missione che avrebbe dato un orizzonte nuovo, la direzione decisiva alla vera fraternità umana. San Guido, da parte sua, non chiedeva altro: essere fedele allo Spirito che lo spingeva a fondare una famiglia di missionari. Lo faceva dibattendosi dentro l'intreccio delle vicende umane.

Da una parte, la malattia che lo teneva in perenne stato di debolezza fisica e interveniva puntualmente a spezzare i suoi sogni. Dall'altra, due papi: Leone XIII, che lo aveva voluto arcivescovo di Ravenna, e Pio X, che gli aveva chiesto di diventare vescovo di Parma, nell'intento di inserire nella gerarchia l'esempio di un vescovo santo, che viveva la missione non come cose da fare, ma come dinamismo della propria fede, come metodo di animazione pastorale dei fedeli. E infine, le missioni della lontana Cina che gli davano consolazioni e anche lacrime.

"Tu mi darai una mano..."

Ma la scelta che ha fatto diventare santo Guido Conforti va cercata a un livello più profondo: a livello di coscienza, dove ogni uomo e ogni donna prendono le decisioni che cambiano la vita. In particolare, per san Guido bisogna tornare a scavare dentro l'incontro che egli aveva avuto con il Crocifisso.

Nessuna apparizione "faccia a faccia", ma quel Crocifisso è riuscito ad accendere nel suo cuore di fanciullo la scoperta di uno "Sconosciuto": il Dio che nessuno ha mai visto. Ebbene, questo Dio si volge a Guido, lo attrae, si offre a lui, lo aspetta carico di promesse.

Preso dalla meraviglia, Guido si rende conto che quello "Sconosciuto" non è qualcosa che lui possa conquistare: non è alla sua portata. Ma gli dà del tu, e lui si trova ad andargli incontro per essere incontrato, sentendosi visto da Colui che egli non vede.

Nell'espressione più sublime della sua libertà, Dio si manifesta a Guido, e Guido apprende a conoscersi come mai si era conosciuto. Liberamente Guido si affida a Dio, si abbandona a lui, pronto a rinunciare alla propria autarchia, disposto a gettarsi nel fuoco pur di tener attivo l'incontro con Dio, che gli confida un progetto stupendo e impossibile: "Tu mi darai una mano a fare del mondo una sola famiglia...".

La famiglia dove Dio è Padre e gli uomini sono tutti fratelli e sorelle, al di là delle differenze.



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