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Diventare amici è possibile, Al ''Centro don Milani''

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Il Forte Rossariol è un'ampia struttura militare dell'inizio ‘900 vicino a Mestre. Ora è diventata "Centro don Milani" e ospita diverse strutture sanitarie e di accoglienza. Vi si trovano una trentina di giovani immigrati che non possono essere rimpatriati, perché minorenni. Provengono da varie nazioni: Pakistan, Bangladesh, Afganistan, Kosovo, Albania, Nigeria...

Seguendo una proposta della "pastorale giovanile" del patriarcato, alcuni giovani dei gruppi missionari hanno passato con loro la fine d'anno 2010. Fabio, webmaster del sito http://www.missionivenezia.it/, ci descrive la serata.

Giochi senza frontiere...

"Per conoscere meglio i giovani e stabilire con loro un rapporto personale, abbiamo fatto due visite preliminari. Infatti, era necessario non solo animare la serata della notte del 31 dicembre, ma specialmente dare ai ragazzi quel senso di ospitalità e di amicizia che permettesse loro di sentirsi bene accolti.

Questo rapporto personale è stato la parte più bella e arricchente dell'incontro. Abbiamo potuto testimoniare la nostra vita cristiana con un rapporto umano vero, avendo a cuore le persone che avevamo davanti, al di là delle differenze religiose e culturali.

C'era la difficoltà di lingue diverse, ma è stata superata con l'aiuto di quattro interpreti: i ragazzi stessi, da qualche mese in Italia. Abbiamo fatto tanti "giochi senza frontiere", con la piena partecipazione dei ragazzi del centro, dei loro educatori e di noi visitatori. Ci sono stati balli italiani, kosovari e pakistani.

La preghiera all'unico Dio

Il momento centrale è stato quando p. Franco, missionario saveriano, ci ha invitato a pregare e ringraziare l'unico Dio, che ci rende fratelli e che ognuno ha pregato secondo la sua fede. Molti immigrati sono musulmani. Abbiamo anche fatto qualche minuto di preghiera personale in silenzio, seguito dalla recita del "Padre nostro" e della preghiera islamica. Abbiamo pregato specialmente per la pace, una delle cose che più manca nei Paesi di origine di questi giovani, provocando la loro fuga.

La prova del buon esito della serata l'ho avuta nel pomeriggio del 1° gennaio. Camminando per le strade di Venezia, ho incontrato due ragazzi ospiti del centro. È stato come incontrare due amici di vecchia data e, nonostante il freddo, siamo rimasti per strada a parlare a lungo. Segno che si è instaurato tra noi quel rapporto di amicizia che aiuta questi ragazzi a non sentirsi soli, ma parte di una comunità più grande di persone che vogliono loro bene".

Una serata ben riuscita

Andrea, uno dei responsabili del centro, ha inviato a Fabio questa mail: "Caro Fabio, scrivo a te e ti prego di inoltrare anche agli altri giovani che ci hanno fatto compagnia nel veglione al Forte Rossarol. Grazie di cuore per la bella serata che abbiamo condiviso. È sempre stupendo vedere i nostri ragazzi sorridere, distrarsi dalle difficoltà dei loro percorsi, e spesso anche dai rancori e dalle incomprensioni che si portano dentro; non è per nulla scontato vederli "rilassati" tanto da lasciarsi coinvolgere dai giochi.

Ma vorrei soffermarmi sullo stile con cui avete portato avanti tutto: organizzazione impeccabile, dinamiche dei giochi adeguate a creare il clima giusto, sobrietà e semplicità, tutte cose che hanno fatto la differenza. Mi porto nel cuore soprattutto il momento (per me quasi "miracoloso") in cui padre Franco ci ha uniti tutti nella preghiera ecumenica per la pace: una cosa nuova, una strada che non avevamo mai neanche provato e che invece è stata subito capita, o quantomeno rispettata dal silenzio di tutti. Grazie!

Ci incroceremo di nuovo, se vi farà piacere. Potremo organizzare altri momenti di condivisione e di festa, anche con altri amici".



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