Dignità, consapevolezza, scuola e Vangelo
Come si può rendere concreta la nostra presenza fra i poveri, di qualunque provenienza religiosa, in Bangladesh? Come servire Gesù presente nei poveri? Queste erano le domande dei primi saveriani che hanno lasciato le parrocchie.
Abbiamo cercato di andare incontro ai bisogni dei vari gruppi, dove abbiamo fissato la “nostra dimora”, cercando di essere continuamente presenti fra loro e di aiutare economicamente i figli dei poveri ad andare a scuola e a diventare persone istruite, per un futuro migliore nella società. Era quello che stavamo già facendo con i cristiani. Lo abbiamo esteso anche ai fuori casta indù, ai musulmani poveri e ai tribali. Questi gruppi, infatti, non soffrivano solo l’emarginazione scolastica, non avendo la possibilità economica di mandare i figli a scuola, ma anche l’emarginazione sociale. I fuoricasta, coloro che sono classificati e impiegati dalla società per i lavori più umili e disprezzati, hanno preso coscienza che sono uomini come tutti gli altri, hanno intelligenza, volontà e spirito come qualsiasi persona di questo mondo. Sono stati loro i primi a meravigliarsi di queste verità. Quando i propri figli sono stati promossi con buoni voti, loro stessi e la società intera hanno capito che i fuoricasta sono persone come tutti gli altri.
Bisognava abbandonare le abitudini ancestrali e leggi come quella di far abitare i fuoricasta in case separate, ai margini del villaggio, di non poter bere l’acqua del pozzo e usare la stessa tazza del thè come qualsiasi altra persona, di non potersi sedere sulla panca accanto al sindaco del villaggio. In una parola, le caste sono una sovrastruttura sociale. Abbiamo dato a questi gruppi la dignità di cui, da lunghissimi secoli, erano stati privati. I tribali, poiché di altra etnia, erano disprezzati ed emarginati. Li abbiamo valorizzati attraverso i loro figli diplomati e laureati. Non solo. Abbiamo spiegato il motivo della nostra presenza e azione. Abbiamo detto che operavamo in nome di Dio, che è Padre di tutte le persone di questo mondo e che ci ha inviato perché loro potessero guadagnare la dignità umana negata dalla società. Dio li ama anche attraverso noi, con la nostra presenza, anche se imperfetta. I poveri hanno visto la salvezza che viene dal Vangelo ed alcuni hanno accettato di diventare cristiani.
Oggi, generalmente, persone di religioni diverse si accordano, si uniscono e svolgono insieme attività con messaggi e valori quali la fratellanza e l’armonia nella società, la pace fra persone, gruppi e popoli, l’aiuto ai poveri. Però, sono pochissimi coloro che scelgono di cambiare la propria. In Bangladesh, i musulmani, soprattutto, sono consapevoli che la cultura e il modo di vivere tipico dell’Occidente mal si accordano con la loro cultura, religione e modo di vivere. Per questo, la maggior parte di loro fa distinzione e opposizione, affermando la loro identità, rigettando la cultura occidentale. Altri arrivano ad armarsi per difendersi e distruggere il pericolo che incombe sul loro gruppo. Per motivi storici, un sentimento anticristiano alberga anche fra gli indù.