Dare voce ai più deboli
Da sei mesi mi trovo nella nuova destinazione di Bongor (Ciad), alla frontiera con il Camerun determinata dal fiume Logone. In particolare, sono direttore della RTN (Radio Terra Nuova) della diocesi di Pala. La radio funziona da 22 anni e trasmette 3 ore al mattino e 3 ore la sera, non essendoci un servizio elettrico pubblico efficiente. Per fortuna, prima del mio arrivo si è completato un sistema solare con 42 pannelli e 24 batterie.
Ogni tanto, dobbiamo accendere il gruppo elettrogeno o sfruttare le poche ore di elettricità pubblica per ricaricare le batterie. Il problema energetico è primordiale, ma non è facile da gestire e, tra polvere del deserto e temperature elevate, il sistema soffre molto. A marzo, abbiamo superato i 45 gradi e poi è arrivato pure il vento del deserto, l’Harmattan. Per un giorno, non abbiamo visto il sole, coperto da una fitta nebbia di polvere. La gente dice che questo fenomeno climatico porterà una buona stagione delle pioggie. Speriamo, perché qui si vive di agricoltura tradizionale anche se Bongor possiede una risiera irrigata da motopompe.
Il 2022 è iniziato in modo speciale con la visita del vescovo alla parrocchia S. Giuseppe. Ha incontrato vari gruppi, ha celebrato la messa per le cresime e quella per la festa parrocchiale. Abbiamo anche visitato vari settori, dove la gente lo ha accolto con canti e danze per esprimere la gioia di vedere il pastore immergersi tra la folla. Indossavamo la camicia cucita dalle coppie per la pastorale familiare e il vescovo ha detto che è meraviglioso essere di 4 continenti diversi (un europeo, un africano, un latinoaericano e un asiatico) che vivono e lavorano assieme. Questa è l’immagine della Chiesa universale e della buona notizia di Gesù Cristo che non fa distinzione di razza o cultura, ma chiama tutti i popoli alla nuova vita.
Questa è anche una sfida per il Ciad dove continuano conflitti tribali, lotte di potere, vendette tra comunità rivali. Al governo c’è una giunta militare che promette la transizione democratica. Si sta preparando il dialogo nazionale inclusivo, ma il più forte ha sempre ragione soprattutto se ha le armi. Purtroppo, i contadini sono sfruttati e certe persone possono permettersi di dominare gli altri. Come chiesa predichiamo la speranza e la CET (Conferenza episcopale del Ciad) l’ha ribadito nel suo messaggio annuale intitolato “Camminiamo insieme con speranza”.
A febbraio, ci sono stati scontri tra comunità a sud e all’est del paese con vittime. Purtroppo, le autorità non sono imparziali e la giustizia non fa il suo lavoro. La Chiesa denuncia le ingiustizie e parla, come alla radio, per difendere i diritti dei poveri e dare voce a chi non conta. Anche nella nostra regione ci sono piccoli conflitti sopratutto per la terra (confini, pascoli, proprietà o vendita illegale, accaparramento della terra).
Nella preghiera per il dialogo nazionale, una strofa dice: “Signore, guarda con amore il Ciad, questo paese dove tu ci hai messi per viverci liberi e contenti; metti nel cuore dei ciadiani l’amore reciproco e la sincera volontà di costituire assieme un popolo unito, innamorato della giustizia e della pace”. La pastorale di evangelizzazione e quella della comunicazione non possono essere sorde al grido dei ciadiani sfruttati e maltrattati.