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Corrispondenza: Guinea, Brasile, Italia

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Dai Saveriani di Conackry, Guinea

Dato che tra i lettori del tuo giornale ben pochi sanno della presenza dei Saveriani a Conackry in Guinea, mi permetto di mandarti qualche nota circa il nostro lavoro. Sono appena tornato per visite mediche. Anche i due padri congolesi che vivono con me avrebbero piacere d’un ricordo sulla stampa: fanno un lavoro eccellente, pastorale e sociale. Ora p.Paschal è partito per gli USA e p.Willy Murucha è là, per il momento da solo. A dicembre dovremmo abbandonare Conakry per la Sierra Leone, ma sia l’Arcivescovo che il Nunzio, insistono perché restiamo ancora. Ti invio questo scritto e qualche foto con l’intenzione di iniziare un dialogo.

  • Padre Domenico Nicoliello, Guinea.

Quando si lascia una parrocchia in Brasile

Eccomi a te dalla mia nuova missione. Ho fatto il "San Martino" ai primi di agosto, poiché la Congregazione ha ritenuto opportuno restituire alla Chiesa locale la Comunità di s.Martino in Campinas, dopo che i Saveriani vi hanno lavorato per 15 anni. Lasciare una parrocchia dopo averla portata a maturazione, frutto di sacrifici e di tanto lavoro, è sempre doloroso, sia per chi ha operato che per la gente che si è molto affezionata. Ma questo è il prezzo normale che noi missionari paghiamo ovunque nel mondo. Nel giorno del saluto tante sono state le parole di ringraziamento, stima e affetto.

Ma mentre questi elogi si ripetevano, io ripensavo alle parole d’uno dei miei antichi educatori: "Quando riceviamo elogi dobbiamo fare come i vetri: essi non trattengono ma lasciano passare la luce. Così noi dobbiamo indirizzare le lodi verso Gesù, missionario del Padre". L’emozione più grande l’ho provata quando è stata ricordata la figura di p.Giuliano Sincini, carissimo e indimenticabile confratello, che qui ha speso la vita. L’arrivo in questa nuova Casa è stato per me un’esperienza di forte gratuità. Ricordo le parole del popolo eletto all’entrata nella Terra Promessa: "Voi qui raccogliete frutta dove non avete piantato, uva da vigne che non avete coltivato. Siete arrivati in una terra dove scorre latte e miele".

  • p. Giovanni Murazzo, Hortolandia

Dalla sorella di p. Dal Bianco

Come certamente saprà, vent’anni dopo la morte, le spoglie di mio fratello p. Sante sono state trasferite in Messico, dove sono sepolte tra i suoi poveri. Si è così compiuto il desiderio espresso dai suoi rancheros quando vennero informati del suo richiamo al cielo. La ringrazio di cuore, riconoscente per il suo prezioso servizio che ci offre fedelmente con le pagine del suo giornale; la ricordo con fraterno affetto nella preghiera. Mio fratello Sante, che ora riposa tra i suoi poveri, le sia sempre vicino e interceda per quanto maggiormente le sta a cuore.
Suor Angela, monastero di s. Colombano


* Risponde Padre Ettore

Molti anni della mia formazione al sacerdozio e alla vita missionaria li ho vissuti a fianco di p. Sante. Schivo, modesto, molto pio, impegnato nello studio, molto diverso da noi piuttosto vivaci. Non mi ha quindi meravigliato il successo del suo apostolato tra i rancheros del Messico e la profonda devozione che il suo popolo nutre per lui ancora oggi, a 20 anni dalla sua morte prematura; tanto che la sua gente è riuscita ad averne le sue spoglie.

Ho visitato quella sperduta cappella, qualche anno fa, e ricordo con commozione quella domenica e la Messa che ho celebrato all’altare in fianco al quale troneggiava una grande foto di p.Sante: non c’è bisogno della proclamazione in piazza s.Pietro per onorare la santità di una vita spesa per gli altri.

Ora i resti di p. Sante sono sepolti in quella terra, come un seme che riposa in attesa di germogliare. Noi cristiani crediamo fermamente che la morte non è un sonno eterno, ma principio dell’immortalità. I fiori che poniamo sulle tombe, per sostituire i vecchi che sono appassiti, ci ricordano che un giorno la morte verrà anche per noi. Ma dopo ogni inverno rispunta la primavera. Padre Sante, da lassù ci fai capire che la vita è preziosa, specie se la spendiamo, almeno in parte, per gli altri.

La tua testimonianza rafforza la nostra fede: camminiamo uniti verso il premio eterno.

  • p. Ettore, sx.


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