Con gli Índios del Messico
Nel villaggio di Santa Cruz le Saveriane condividono la vita della gente
Santa Cruz è un piccolo villaggio montano della diocesi di Huejutla nello Stato di Hidalgo, in Messico, abitato esclusivamente da popolazioni indie. Da circa vent’anni vi lavorano i Saveriani e le missionarie Saveriane.
Per quanto povera, la popolazione di Santa Cruz è ricca di molti valori umani, quali l’accoglienza, l’attenzione alle persone, la sincerità, la speranza nella vita eterna, la gioia, l’amore per la vita. Normalmente le comunità indie sono vittime di grandi ingiustizie sociali e di un vergognoso sfruttamento da parte dei latifondisti della zona che chiedono loro lavori pesanti e mal retribuiti.
La mollienda, ad esempio, è un contratto di lavoro in base al quale il latifondista assume per alcuni giorni un gruppo di indios che devono lavorare ininterrottamente giorno e notte. Per poter lavorare anche di notte, questi indios usano una bevanda alcolica che però, a lungo andare, li riduce in una situazione di alcolismo cronico con tutte le conseguenze che si possono immaginare.
I missionari hanno cercato di inserirsi in questa situazione con un lavoro di promozione umana.
In particolare, noi Saveriane, curiamo la promozione della donna attraverso una scuola di base nella quale viene valorizzata la capacità che queste donne hanno di ricamare, mentre viene data loro anche l’opportunità di imparare taglio e cucito. Vengono così prodotti piccoli lavori che vengono poi venduti nei mercati vicini. In questo modo anche le donne possono contribuire al sostentamento della famiglia, acquisendo così una nuova dignità e un maggior rispetto non solo davanti a loro stesse, ai mariti e ai figli, ma anche davanti a quella società che le ha sempre emarginate e disprezzate.
Un altro modo per accompagnare il cammino di questa gente è quello di condividere da vicino la loro vita, andando a visitarli nelle loro capanne. Ascoltando i loro piccoli e grandi problemi, godendo con loro delle gioie, soffrendo con loro dei loro dolori.
Quando la missionaria e il missionario visitano le Comunità, questa condivisione si fa più stretta ed anche più bella. Dopo aver visitato le famiglie, essersi intrattenuti con loro e aver gustato i gesti sinceri della loro ospitalità, la campana chiama tutti a raccolta nella piccola cappella dove ci si riunisce per la celebrazione dell’Eucarestia. È lì che si sperimenta il senso della vera condivisione e ospitalità e si rinnovano le forze per la dura battaglia di ogni giorno. La liturgia diventa così un momento fondamentale della vita di queste persone e attraverso di essa trova il modo di esprimersi anche la loro sensibilità culturale.
Modello in questo cammino di inculturazione è per ciascuna di noi la Madonna di Guadalupe, colei che ha saputo portare il Vangelo rispettando, amando e valorizzando il popolo messicano.
Vivendo i riti liturgici e le azioni quotidiane con questa gente semplice, abbiamo capito che il Regno di Dio si costruisce proprio attraverso piccoli, modesti gesti.
- Irma Jemenez,mM
- Gloria Aldana,mM